2022

FATIHA

00:48
Aug 13, 2022

ANALISI DELLA RIPARTENZA - IL VOTO SOTTO LA LANTERNA

00:00
Jun 23, 2022
Provo a unire due cliché, “l’analisi della sconfitta” e “si riparta da…”, per cercare di dire qualcosa d’originale.A volte ci riuscirò, spesso no.Per cui una nota a margine: leggeremo molte analisi e considerazioni sull’ultimo voto amministrativo a Genova e il sentimento più naturale è di voler prendere la testa di chi ha scritto e provarla ad aprirla in maniera più o meno gentile per farci entrare qualcosa dentro, oppure proveremo immensa gioia, voglia di baciare e abbracciare chi ha scritto quella particolare riflessione in cui ci rispecchiamo e ci fa sentire un po’ meno soli.Per cui vi chiedo di trattenervi dall’aprirmi il cranio o baciarmi con afflato, leggete, riflettete, annotate le vostre impressioni e leggetene altre.Arriveremo a capirci qualcosa di quanto sta accadendo alla nostra città e alla nostra area politica se ricominceremo ad ascoltare e ad accettare che solo dal cucire le prospettive dei singoli ci si può avvicinare alla visione d’insieme, a una qualche verità o per lo meno una strada da percorrere.Iniziamo quindi con un primo passo.Guardiamoci attorno per capire dove andare.Analizzerò la situazione andando dall’alto in basso, seguendo le schede elettorali che avevamo in mano il 12 Giugno.L’elezione del Sindaco, del Consiglio Comunale (liste e preferenze), e l’elezioni Municipali, Presidenti, liste e Consiglieri eletti. I CANDIDATI SINDACOMolto inchiostro si sta usando per sottolineare quanto il risultato di Bucci sia da mettere in prospettiva con i numeri assoluti e non solo le percentuali.C’è un fondo di verità, ma con alcuni dati possiamo vedere i limiti di questa narrazione consolatoria che di fatto ci dice che c’è una soluzione magica a queste continue sconfitte della “Genova progressista” a partire dal 2015: mobilitare “i nostri”.Sì, ma non solo.Confrontare i numeri assoluti fra una elezione e l’altra è fuorviante. È dall’inizio del secolo che Genova a ogni ciclo elettorale perde (mediamente) tra i 12 e i 13 mila abitanti. Cioè Genova si restringe: è come se ogni cinque anni perdiamo un quartiere delle dimensioni di Voltri, poi Nervi e poi Pontedecimo, e così via.La Genova di Pericu era più grande e più giovane, quella di Bucci si è ristretta demograficamente di circa l’8%. Se nel 2002 c’erano 12 genovesi, ora ce ne sono 11.Frasi del tipo che Bucci è il Sindaco meno votato della storia della città sono quantitativamente vere, ma nei fatti una distorsione che non ci aiutano a comprendere la realtà.Per cui non basta mobilitare il cosiddetto fantomatico elettorato di sinistra per recuperare le glorie perdute, pensare che l’astensionismo sia un agglomerato omogeneo di delusi di sinistra è pura illusione. E non c’è bisogno che citi dei dati per confermare tale fatto.Soprattutto questa lettura porta la “Genova progressista” a guardarsi il proprio ombelico e a dividersi tra chi accusa gli altri di non aver fatto la tal cosa per appassionare l’elettorato che ha preferito il divano, e chi, invece accusa l’elettorato o quel gruppo di elettori d’aver scelto il divano anziché difendere la Genova del colore giusto.Bucci ha raggiunto il suo risultato sicuramente anche grazie ai limiti del centrosinistra, ma c’è del suo. Lasciamo da parte il personaggio che si è creato, la comunicazione, il Sindaco-Commissario, etc. Il centrodestra di Bucci è qualcosa di radicalmente diverso dal centrodestra genovese precedente al 2015.Ancora nel 2017 il centrodestra aveva pochi candidati, poche liste e un’area culturale di riferimento legata ai suoi partiti tradizionali. Oggi, nel 2022, si è presentato con una coalizione ampia guidata dalla “Lista Bucci” e la “Lista Toti”. Possiamo discutere ore del sostegno di Renzi e Calenda a un candidato Sindaco sostenuto da Fratelli d’Italia e Lega, ma la loro scelta è la conseguenza del fatto che dietro al rieletto Sindaco c’è una coalizione ampia e varia.In maniera simile (lascio a voi decidere se metterle sullo stesso piano) alle coalizioni di Burlando che con una battuta diceva andavano da Don Gallo a Monteleone (ex deputato UDC).Personalmente critico i metodi con cui le coalizioni di Burlando e Bucci si sono formate, troppo legate alle sigle e al potere, agli interessi più o meno particolari. Ma dall’elezione di Obama alla scelta del Sindaco di paese si vince con progetti e messaggi inclusivi, ampi, o per lo meno grandi abbastanza.È necessario quindi superare quindi gli steccati ideologici ed evitare le contrapposizioni specialmente quando si è in una posizione di svantaggio.Il centrodestra ha fatto campagna elettorale in luoghi in cui prima non ci si avvicinava e ha candidato persone provenienti da comunità che prima guardavano altrove o non erano ascoltate.Dobbiamo inorridire e reagire di fronte all’intolleranza e alle idee politiche delle destre a Genova come altrove, ma allo stesso tempo comprendere le dinamiche particolari del loro successo.Passando al campo sconfitto, io spero vivamente che le analisi su Ariel Dello Strologo non si soffermino sulla sua natura di candidato, ma su come la coalizione di riferimento sceglie e costruisce le candidature.Ogni persona, e quindi ogni candidato ha dei limiti, ma su quei limiti ci si lavora e si costruisce una squadra e una strategia per mettere in luce i punti di forza e compensare i lati più deboli.È un lavoro che richiede tempo e capacità.A volte le primarie sono un tassello importante di tale lavoro, a volte se ne può fare a meno. Pensare che le sole primarie bastino è illusione, credere che non facendo le primarie il resto si aggiusti da sé è folle.Le dirigenze del centrosinistra sono state folli, Ariel Dello Strologo ci ha messo tutto se stesso per fare del suo meglio.Punto.Faccio quadrato su un candidato che ho incontrato una sola volta e per cui non provai una particolare affinità quando si fece il suo nome. Però ho osservato la campagna elettorale che ha condotto, il lavoro inclusivo con cui ha costruito la sua lista, e sapendo bene quanto è facile fare scivoloni nel mentre i riflettori sono sempre addosso credo gli si debba dire grazie e fargli dei complimenti.Le critiche che posso fare non sono per evidenziare errori, ma cose che potevano essere fatte meglio. Per esempio è da evidenziare come la sua lista l’abbia costruita tramite un lavoro inclusivo, però purtroppo quel che è uscito fuori è stato solo il tentato messaggio “il mondo centrista è con me, non sta andando verso Bucci”. Il messaggio ci poteva anche stare, ma ha coperto la pluralità della sua lista, che non ha fatto un risultato strabiliante, ma onorevole, coinvolgendo vari gruppi troppo spesso snobbati.Insomma la lezione è la solita non bisogna essere centristi, ma centrali. A volte le due cose si sovrappongono in parte, spesso sono concetti diversi.Dello Strologo poteva mettere meglio a fuoco i due concetti, ma non è cosa semplice, soprattutto in Italia dove siamo maestri nell’impantanarci nel centrismo, o meglio nel centrino. IL VOTO COMUNALEFarà parte del Consiglio Comunale oltre al Sindaco e ad Ariel Dello Strologo anche il candidato Sindaco Crucioli, e la sua lista si è affermata in quasi tutti i Municipi con un* elett*.È un segnale preoccupante, non solo abbiamo la coalizione di maggioranza relativa (a livello nazionale) guidata da Fratelli d’Italia, ma fuori dai blocchi c’è spazio per altre formazioni che pescano dalle cloache di pensiero filo-Putin, no-vax e contro il processo d’integrazione europea.Nel mentre si osserva il possibile evolversi di un “centro”, gli estremi si stanno ri-amalgamando e prendendo nuove forme al di sotto dei radar.Sarebbe colpevole far finta di nulla, urlare ai fascismi quando serve elettoralmente e poi alzare le spalle quando ITALEXIT si camuffa sotto forma di lista civica e supera abbondantemente il 3%.Passiamo alle liste che hanno composto la coalizione di centrosinistra e 5 Stelle.L’elemento più semplice da analizzare sono appunto i 5 Stelle. Anziché cogliere gli elementi di novità e il grido proveniente dall’elettorato del MoVimento nel 2013 (e negli anni precedenti) e trasformarlo in programma di governo attraverso un’alleanza puntuale, il centrosinistra e il PD in particolare ha aspettato e mandato al macero anni fondamentali per lasciare che fosse il centrodestra a ripensarsi e così capace di mangiare pezzi del fu elettorato grillino.Solo adesso che i 5 Stelle sono diventati un piccolo orticello, luogo di battaglie personali, allora il PD ci si rispecchia e tenta un alleanza formale, strutturale che sa tanto di preservazione del potere. Le idee, i programmi, le posizioni sull’Europa, sui vaccini, “i taxi del mare”, le vicinanze geopolitiche alla Russia di Putin, alla Cina, etc. è tutto dimenticato.Il risultato che ora, in una delle città simbolo dei 5 Stelle, quello stesso partito è il nano della coalizione col suo 4,40%.La cornice entro cui valutare il risultato del PD sta nel costruire coalizione intorno a sé, non in quanti voti col naso turato si prende. Ma probabilmente ai suoi dirigenti locali ciò non interessa. Invece, l’analisi che si legge più facilmente tra le file democratiche è “abbiamo perso, ma il PD ha tenuto”.È da 30 anni che la politica italiana ha scelto la follia delle coalizioni pre-elettorali, ma anche se queste (finalmente!) sparissero domani la forza di un “partito di governo” non si misura solo dai voti che prende, ma dalla capacità di creare alleanze intorno a una visione politica.Senza allargare troppo lo sguardo, possiamo vedere come il PD genovese appaia sempre meno interessato a governare, ma cerca invece di stare il più comodamente possibile all’opposizione. Credendo che un giorno ritornerà il proprio turno.L’alternativa all’apatia del PD dovrebbe essere un altro soggetto politico, anche solo a livello locale, nello stesso campo, ma con nuove idee e maggior capacità di coinvolgimento.Purtroppo non c’è nulla di tutto ciò all’orizzonte, perciò ampie fette dell’elettorato guardano intorno al PD, sperano per un po’ in qualche esperimento del momento, e poi si turano il naso.La dirigenza del PD scambia ciò per consenso.Per fortuna al di fuori delle gabbie della dirigenza qualche elemento di speranza emerge anche tra le preferenze ai candidati del PD. Cristina Lodi, seppur figlia di una lunga tradizione di corrente interna al PD, col suo risultato, prima degli eletti, dimostra come il lavoro consigliare, conoscere l’amministrazione e i problemi cittadini sia la strada per gestire e costruire il consenso. È un insegnamento fondamentale per un centrosinistra che risucchia le sue energie più preziose nelle lotte intestine di partito.Altro elemento di speranza è SiMohamed Kaabour. Un candidato indipendente, senza tessera, che mi auguro con tutto il cuore rimanga tale.Genova ha bisogno che il suo impegno sia libero e in grado di rappresentare una coalizione ampia di nuovi genovesi, e portare avanti battaglie di diritti e opportunità.Per me non è stato un bello spettacolo guardare da lontano queste elezioni amministrative, ma un po’ di gioia l’ho sentita nel vedere “Simo” tra gli eletti. Ho sentito che forse fra qualche anno i miei futuri figli potranno rispecchiarsi in una città che non dimentica le proprie radici di città portuale e aperta.L’alternativa al PD, non illudiamoci, non c’è, ma qualcosa si muove.Alternativa non c’è perché come al solito ciò i vari tentativi si auto impongono il limite d’essere “a sinistra del PD” e perché si preferisce la somma alla moltiplicazione, le sigle alle persone.La cosiddetta lista “rosso-verde”, per i pignoli “Europa Verde - Lista Sansa - Linea Condivisa” ha perpetuato fin dall’inizio i suddetti errori.Basta appunto il nome (oltre al logo) per capire come quella lista fosse nata sui presupposti sbagliati, ma i candidati, singolarmente, sono riusciti a scrivere una storia diversa. Una nuova generazione ha preso le redini del progetto e il risultato si può vedere nei Municipi e in maniera ancora più plastica nel Consiglio Comunale con l’elezione di Filippo Bruzzone, Consigliere uscente del Municipio Ponente, e Francesca Ghio attivista dei “Friday for Future”. A questa nuova generazione nelle istituzioni l’ingrato compito di non cadere nelle etichette del passato che hanno portato la loro lista a essere una sommatoria insipida e invece radicarsi nella città.Per potersi radicare nella città gli servirà l’umiltà di collaborare con soggetti al di fuori della loro area politica, essere orgogliosi della loro giovane età, ma non iniziare una battaglia generazionale persa in partenza e soprattutto non essere “angurie” ma veri ecologisti.L’ecologismo politico in Italia si presenta sempre in maniera caricaturale (difesa degli animali prima di tutto e no a ogni cosa) o come surrogato, contorno alla sinistra radical comunista. Appunto “angurie”, verdi fuori ma rosse dentro.L’ecologismo anche in Italia come in buona parte del resto d’Europa deve trovare l’orgoglio di camminare sulle sue gambe e contaminare le altre culture politiche anziché l’inverso.Insomma l’invito a Francesca e Filippo e agli altri eletti della lista e di camminare sul cammino di Alexander Langer, tra i fondatori dei Verdi Europei, che scrisse già negli anni ’80 “È vero, il verde non passa per la cruna dell'ago rosso”.Nei prossimi anni si vedrà quanti passi avranno fatto in quel percorso.Infine c’è la già citata lista del candidato Sindaco “Genova Civica - Ariel Dello Strologo Sindaco”.Come già detto l’errore di mettere in risalto gli elementi centristi all’inizio della Lista, ha coperto quegli elementi di nuova politica che con saggio lavoro di cucitura il candidato Sindaco ha messo assieme.Per esempio entra in Consiglio Comunale Amore Stefano Pietro, che non ho il piacere di conoscere ma rappresenta “DEMOS - Democrazia Solidale” il Partito d'ispirazione cristiano sociale che ha tra le sue file il medico di Lampedusa, ora Euro parlamentare Pietro Bartolo. Inoltre hanno avuto un risultato rilevante i candidati di “Possibile” il partito fondato da Pippo Civati con numerosi candidati che hanno ravvivato la lista per il Comune e in alcuni Municipi.Infine “Volt”, di cui faccio parte, il partito progressista pan europeo è stato motore della campagna elettorale della lista specialmente nel Levante e Medio Levante della città in cui ha eletto la sua co-coordinatrice Chiara Barbieri. Un risultato meritato frutto di anni di lavoro, ascolto e campagne.Ecco, un fondamentale tassello della ripartenza dovrà essere la nuova politica, centrale rispetto le sfide di oggi e domani, che Dello Strologo ha saputo aggregare. I MUNICIPINel 2012 all’indomani delle primarie tra Vincenzi e Doria, vinte dal secondo, un allora deputato durante un’assemblea a Sestri Ponente raccontò di un dialogo che ebbe con un operaio della Fincantieri il quale votò Doria convintamente, soprattutto come scelta di protesta contro la dirigenza del PD genovese. A quel punto il deputato gli chiese “ma se avessimo candidato la Vincenzi, senza primarie, l’avresti votata?” L’operaio rispose che si l’avrebbe votata. Per il deputato il discorso era chiuso e la morale presto detta: dovremmo avere più fiducia nella capacità di mobilitazione della “disciplina di partito” e non perdere tempo dietro alle primarie o altri strumenti di ascolto e scelta che confondono e dividono.Dieci anni dopo, nel Municipio di Sestri Ponente il candidato del centrosinistra, ex Vice Sindaco e probabilmente l’ultimo dei funzionari del fu PCI, perde la corsa per la Presidenza del Municipio.L’arroganza di quel deputato, ancora influente, incarna gli errori e le ragioni di come nel mio Municipio in due elezioni si sia passati da un centrosinistra al 72% nel 2012, poi una coalizione che fu in grado nel 2017 di guadagnarsi il premio di maggioranza con qualche fatica, per arrivare a oggi nel 2022 un centrosinistra che perde così come in altri sette Municipi.La realtà è che la disciplina di Partito bisogna anche guadagnarsela, e il PD genovese è da anni che fa di tutto per perdere quel rispetto che pensa sia dovuto.Per i Municipi sono state fatte molte scelte infelici. Diversi candidati Presidenti in gamba sono stati trascinati in basso non solo dal risultato comunale, ma anche da una guerra-trattiva oscena sulla scelta dei nove candidati Presidenti in cui tutti ci hanno perso.Guarda caso i due Presidenti riconfermati del “CSX-5S” sono i due che hanno potuto fare campagna elettorale per tempo con liste fatte di gente radicata invece che doversi difendere dal fuoco amico.Un perfetto esempio di ciò è l’ottimo risultato di Federico Romeo in Valpolcevera che se nel 2017 fu eletto a fatica, senza aver diritto al premio di maggioranza, con questa tornata vince agevolmente soprattutto grazie alla sua lista civica che raccoglie oltre 2000 voti in tutto il Municipio.Una risalita della china che è controcorrente col risultato generale e da cui quindi c’è da imparare.Tra il Medioponente e la Valpolcevera c’è un quartiere, Borzoli, che è di confine. Il centrosinistra genovese dovrebbe riunirsi lì. Dovrebbe riflettere sui suoi errori, sulle persone e le comunità che non ha saputo valorizzare e allo stesso capire come mobilitare le varie fasce dell’elettorato a partire dai più giovani. Dovrebbe parlare di temi concreti e costruire classe dirigente locale intorno a idee serie per i nostri quartieri.Mettere da parte simboli e arroganze di Partito è il primo passo.In breve, ciò che non è stato fatto per lo meno negli ultimi dieci anni a Sestri Ponente e Cornigliano.Nel 2017 anche per tenere viva l’esperienza amministrative del mandato precedente fui tra i fondatori di un progetto civico locale, “Il Prossimo Medioponente”, il quale prese quasi 2000 voti. In questi anni la politica locale ha fatto di tutto per distruggere tale esperienza anziché farne tesoro.Da questo auspicabile incontro di Borzoli non si dovrebbe uscire incensando o condannando questa o quella persona, questo o quel candidato. La questione è di metodo.Ed è chiaro che se si svalica la collina di Borzoli verso nord qualcosa si è capito, se si svalica verso sud, la bussola si è rotta, da molto tempo.Mentre quel deputato parlava l’ho vista ruotare all’impazzata senza alcun senso. IN CONCLUSIONE, O MEGLIO PER RIPARTIRECiò da cui ripartire per me si evince in maniera abbastanza naturale da questo voto, e con ogni elezione che analizzo, ogni anno che passa, affino sempre più una visione che è dal 2015 che porto avanti, ma in realtà già da molto prima.Il centrosinistra deve mettere al centro del suo progetto Genova e la Liguria. Abbandonare le sigle e le etichette per presentarsi in maniera totalmente civica.Per cui costruire prima di tutto un messaggio, un programma, una storia e il consenso necessario intorno ai propri candidati Presidenti e Sindaco.Ma ciò non basterà, questo processo non può essere dall’alto verso il basso, ma al contrario deve partire dai territori.Dobbiamo essere creativi e costruire associazioni politiche di quartiere che diano forma a classe dirigente locale con squadre di persone radicate, attive nel sociale.Non è il lavoro di una campagna elettorale, ma il lavoro di almeno un mandato, cinque anni.Costruire realtà civiche e classi dirigenti locali, di quartiere, può sembrare un lavoro sconnesso che manca d’unità, d’insieme. Per questo in parallelo servirà un’aperta dinamica e vulcanica discussione su che idea di città abbiamo. Un vulcano non come il Vesuvio che fa paura nel suo silenzio, ma la vivacità e fertilità dell’Etna che è infatti è celebrato in siciliano come “Mungibeddu”, il “buon monte” possiamo tradurre.Da quando sono nato che sento parlare della necessità d’avere una “visione di città”, si diceva dobbiamo guardare lontano alla Genova del 2020, eccoci in questo decennio e ancora niente.Provo a mettere sul piatto un metodo per rendere più semplice e concreta questa “visione di città” da costruire: partiamo dagli occhiali.Cioè con gli occhi di chi vogliamo guardare Genova per immaginarne una diversa?Se il centrodestra ha trovato la sua incarnazione in un dispotico uomo ultra 60enne, la Genova progressista può costruire una Genova diversa guardando alle nostre strade e ai nostri problemi con gli occhi delle giovani donne tra i 25 e i 45 anni. Coloro che stanno per costruire una famiglia oppure la tengono assieme e sanno che la città più anziana d’Italia (dopo Trieste se non vado errato) è sulle loro spalle.Guardiamo Genova con i loro occhi, mettiamoci i loro “occhiali”, ascoltiamo. La tanto agognata “visione di città” verrà da sé.Una Genova per le famiglie, dove lavorare e vivere bene.Per cui agli eletti in Consiglio Comunale, penso a SiMohamed e a Francesca, e a tutti gli altri che ho citato, i candidati Presidenti ingiustamente sconfitti penso soprattutto a Roberto in Val Bisagno e a Serena a Levante, e alla nuova politica di Volt, e gli altri gruppi politici troppo spesso snobbati, spetta il compito di fare squadra, lavorare bene nelle istituzioni, ma soprattutto andare fuori, tra i cittadini.A mettere radici.I frutti arriveranno.Alberto Spatola

2021

I'm an ex-pat in the EU | Sono un expat nell’UE

00:00
Nov 15, 2021
The House of European History, Bruxelles [Italiano in fondo]  ♫ I’m an alien, I’m a legal alienI’m an Englishmen in New York 🎝♫ Oh-oh ! Un peu en exil,Étranger dans votre ville,Je suis Africain à Paris 🎝In these ways, Sting and Tiken Jah Fakoly sing being in another continent, being immigrant, or as we often reserved just for white “mobile citizens”: ex-pats.Which melody should we dedicate, instead, to those that move across the borders within the European Union?They frequently describe the journey of those changing continents, as a significant shift, overcoming cultural and bureaucratic barriers.Instead, the rhetoric around moving within the European Union cannot be more different: freedom of movement, roaming for mobile internet and calls, health assurance across the Union, low-cost flights and more recently, the “Covid Safety Ticket”; “Green-pass” for the friends.Yes, we have 24 official languages, but you can go everywhere with English and a few local words, especially if you’re young and educated.Hey, we are united in diversity. That’s so cool!This rhetoric is pretty different from the reality on the ground.And for me, living, fostering for a decade the EU rhetoric, finding how incomplete, a lie, yes a lie, the EU promise is right now has been an identity trauma with ups and downs for the last 17 months.In the film “The Ides of March”, George Clooney imagines a charismatic atheist candidate for the US Presidency; who once confronted how to be in the White House without a belief, he answers that he believes in the Constitution, and he will solemnly swear on it.We can discuss if the US of today is up to its promises. Still, there’s no discussion that the US exists and, with it, the American people.I cannot say the same about the EU.I can see its institutions here in Bruxelles every day, and I’m aware of their influence on the politics and laws of the continent.But does the EU exist? I believed in it, but now I cannot feel it at all.States, and even less international organisations, are not real things, have no feelings.They might say on the news that Italy is suffering, France is marching, China is growing, but are they actually suffering, marching, growing? Not at all.The EU, too, has no emotions, but it has the potential to kindle them.I don’t expect nation-states to trigger particular emotions; nations are strange tools of two centuries ago for romanticists weaponised for ethnic cleansing and displacement, leading to the European Civil War that we still call WWI and WWII.The EU claims to be different, a Union based on values.At EU core, compromise, peace, prosperity, Erasmus Generation as the crucial protagonist.The EU claims to be a global example, in clear contrast with the past exploitations.I believed in all these, so I arrived 17 months ago in Bruxelles: the EU informal capital.Only now do I have a proper ID, health coverage, and I can sufficiently interact with offices in everyday life just because I learnt some French.In the Municipal departments for foreigners, it is almost impossible to find someone speaking English. The so-called EU bubble would burst in two seconds without an army of underpaid interns that compete with any possible weapon: higher education, masters, languages and connections.The result is that each year the EU institutions eat and then throw a large part of their best people with something more in their CV that likely most of the people will not understand.And for the rest of Bruxelles, you’re a detached élite working for the Commission, living in the European Quarter, that area that is almost not considered part of the city.We could have a people, the Europeans; instead, we leave without identity and representation those ready to recognise global problems and look for and deliver global solutions.In short, we are wasting the future of a continent, or at least the best chance to have the leadership we need, maybe deserve.Likely, we should sing:♫ Oh-oh! I’m European,and in this societyI don’t know who I am 🎝-----------------------------------------------------♫ I’m an alien, I’m a legal alienI’m an Englishmen in New York 🎝♫ Oh-oh ! Un peu en exil,Étranger dans votre ville,Je suis Africain à Paris 🎝Così, Sting e Tiken Jah Fakoly cantano essere in un altro continente, essere immigrati, o come riserviamo solo per i “cittadini mobile” bianchi: expats.Quale melodia dovremmo dedicare, invece, a coloro che si spostano attraverso i confini dell’Unione Europea?Spesso si descrive il viaggio di chi cambia continenti, come un passaggio importante, superando barriere culturali e burocratiche.Invece, la retorica intorno al muoversi per l’Unione Europea non potrebbe essere differente: libertà di movimento, roaming per internet e chiamate, assistenza sanitaria in tutta Europa, voli low-cost e più recentemente il “Covid Safety Ticket”; “Green-pass” per gli amici.Abbiamo 24 lingue ufficiali, ma te la puoi cavare ovunque con l’inglese e qualche parola del posto, specialmente se sei giovane e istruito.Dai, siamo uniti nella diversità. Che cosa straordinaria!Questa retorica è assai diversa dalla realtà sul posto.E per me che per un decennio ho vissuto e sostenuto la retorica europea, scoprire quanto incompleta e falsa sia questa promessa è stato un trauma identitario con i suoi su e giù negli ultimi 17 mesi.Nel film “Le idi di Marzo”, George Clooney immagina un carismatico, ateo candidato alla Presidenza degli USA; il quale alla domanda su come potesse entrare alla Casa Bianca senza una fede, risponde che crede nella Costituzione e su di essa giurerà.Possiamo discutere se gli USA di oggi sono all’altezza della loro promessa. Ma, non c’è discussione che gli USA esistano, e con loro, il popolo americano.Non posso dire lo stesso dell’UE.Posso vedere le sue istituzioni qui a Bruxelles ogni giorno, e sono consapevole della loro influenza sulla politica e leggi del continente.Ma esiste l’UE? Ci ho creduto, ma non la sento più.Gli Stati, ancor meno le organizzazioni internazionali, sono cose reali, non hanno sentimenti.Si può dire nei TG che l’Italia soffre, la Francia marcia, la Cina cresce, ma stanno effettivamente soffreno, marciando, crescendo? Gli Stati non hanno gambe e sistema nervoso. Ancor meno emozioni.Anche l’UE non ha emozioni, ma ha il potenziale di suscitarle.Non mi aspetto dagli Stati-nazione di suscitare emozioni; le nazioni sono strani strumenti di due secoli fa per romantici divenuti armi per pulizia ed evacuazione etnica, fino ad arrivare alla Guerra Civile Europea che ancora chiamiamo I e II Guerra.L’UE afferma d’essere diversa, un’unione che si basa su valori comuni.Al centro dell’UE compromesso, pace, prosperità, la Generazione Erasmus come cruciale protagonista.L’UE afferma d’essere un esempio per il mondo, in chiaro contrasto con gli sfruttamenti del passato.Ho creduto in tutto ciò, così arrivai 17 mesi fa a Bruxelles: nella capitale informale dell’UE.Solo ora ho una Carta di residenza come si deve, copertura sanitaria, e posso interagire decentemente negli uffici giorno per giorno, solo perché ho imparato un po’ di francese.Negli uffici comunali per stranieri, è quasi impossibile trovare qualcuno che parla inglese. La cosidetta bolla dell’UE scoppierebbe in due secondi senza un’armata di tirocinanti sottopagati che competono tra di loro con ogni mezzo: diplomi, master, lingue e conoscenze. Il risultato è che ogni anno le istutizioni europee mangiano e poi rigurgitano gran parte delle loro migliori forze per lasciargli un punto in più sul curriculum che la maggior parte delle persone non capirà.E per il resto di Bruxelles, sei una élite scollegata che lavora alla Commissione, vive nel quartiere europeo, in quell’area che quasi non è considerata parte della città.Potremmo avere un popolo, gli Europei, invece abbandoniamo senza identità e rappresentanza coloro che sono pronti a riconoscere i problemi del mondo, riconoscere e applicare soluzioni globali.In breve, stiamo gettando via il futuro di un continente, o almeno la migliore occasione d’avere la classe dirigente di cui abbiamo bisogno.Probabilmente dovremmo cantare:♫ Oh-oh! I’m European,and in this societyI don’t know who I am 🎝

Black History Month Bruxelles, EU | Audio a 12 stelle

00:00
Feb 24, 2021
  Dalla rubrica "Audio a 12 stelle" da Bruxelles sul Black History Month nel corso della Puntata 3 del Podcast "Europa in Onda".Link al podcast: https://anchor.fm/europa-in-ondaLink al canale YouTube: http://tiny.cc/5rwltz English translation to follow.Noi federalisti ci interroghiamo sul futuro dell’Europa guardando alle sue istituzioni, ai politici e alle decisioni.Ma qui a Bruxelles possiamo guardare alle istituzioni europee in relazione alle persone, al dove, al luogo in cui sorgono.Spesso chiamiamo Quartiere Europeo l’area del Parlamento, Consiglio, Commissione come se siano sorti in un vuoto temporale e spaziale e nulla ci fosse prima. Ma in realtà “Quartiere Europeo” è una dicitura informale, sulle mappe l’area delle istituzioni è “Leopold Quarter”.Le fondamenta delle istituzioni poggiano quindi, letteralmente su terra che prende il nome dalla casa reale Belga: se Leopold I, in quanto primo Re del paese, si focalizzò su questioni interne al paese, suo figlio Leopold II fece quanto a fine Ottocento era più di moda tra i potenti europei dell’epoca.Colonizzare.E così colonizzò come nessun’altro mai fece. L’attuale Repubblica Democratica del Congo divenne per decenni sua proprietà privata personale e lui Re assoluto.Qui fondano le radici delle istituzioni europee.Molti, in Belgio, a discolpa del Re citano il fatto che non mise mai piede in Congo, ed è quindi ingiusto accostare i milioni di congolesi uccisi alla corona Belga.Però a funzionari, militari e missionari in Congo, Leopold II, nelle sue lettere, scriveva “non avete alcuna missione civilizzatrice o di cristianizzazione. Non è quello il vostro obiettivo. Il vostro fine è usare ogni possibile metodo per far sì che i neri del posto non si rendano conto delle ricchezze che stanno sotto i loro piedi. Devono essere quieti e sottomessi mentre prendiamo le loro risorse”.Ogni possibile metodo.Uno di questi, il più usato, fu il mozzamento delle mani.Al minimo cenno di ribellione o più semplice stanchezza veniva mozzata una mano.Cercate le foto.Qui fondano le radici delle istituzioni europee.Nel corso di quest’ultimo anno ho vissuto e lavorato presso l’Erasmus Student Network, e siamo soliti dire che quando usciamo dalla casa dell’associazione per andare nel nostro ufficio, prendiamo la metro in direzione Erasmus per poi scendere alla fermata Schuman a pochi metri dal Consiglio e dalla Commissione Europea.Tutto vero.Ma questa storia la possiamo raccontare diversamente.In ESN prendiamo la metro alla fermata Petillon, Maggiore dell’esercito di Leopold II che per anni terrorizzò il cosiddetto Congo Belga per conto del Re, e andiamo al Quartier Leopold.E quei pochi minuti di metro rendono chiara la connessione tra la storia dei monarchi del Belgio e la colonizzazione dell'Africa.Altrettanto chiaro dev’essere dove sono le radici delle istituzioni dell’Unione Europea.Perciò, quando ci interroghiamo sul futuro dell’Europa, e guardiamo alle sue istituzioni, chiediamoci anche come, da queste radici, possiamo offrire a questa e alle prossime generazioni fiori frutti migliori.Non basta costruire un’Europa unita, ma dobbiamo lottare perché l’Europa riconosca appieno il suo passato, trovi il suo posto nel mondo, e sia per tutti il sogno inclusivo di pace che da decenni è per molti europei.Da Bruxelles, buon #BlackHistoryMonth[EN]Us, European federalists, we often wonder about the future of Europe while we look at the EU institutions, the politicians and the decisions they make.But here in Bruxelles, we can look at the EU institutions in connection to the people and place in which they are.We often call “European quarter” the Parliament, Council, and Commission area as they stand in a temporal and spatial vacuum and nothing was there before. But, actually “European quarter” is the informal name, on the maps, the EU institutions area is “Leopold Quarter”.Hence, the foundations of the EU institutions literally stand on land named after the Belgian royal family: if Leopold I, as the first King of the country, mostly focused on internal issues, his son Leopold II did what at the end of the XIX century was in fashion among the powerful in Europe.Colonise.And so, Leopold II colonised as anyone never did. The current Democratic Republic of Congo became his private property for decades, and he was absolute King of it.Here the roots of the EU institutions are based.In Belgium, many say exculpatory about Leopold II that he never set foot in Congo. Therefore, it is unfair to put the millions of Congolese killed and the Belgian Crown side by side.However, to the officials, soldiers and missionaries in Congo, Leopold II, in his letters, wrote “you have no civilising or Christian mission, this is not your goal. Your aim is to use every possible method so that the local blacks won’t understand the prosperity under their feet. They have to be quiet and submissive while we take their resources.”Every possible method.One of them, the most used, was the hand-cutting.At the minimum sign of rebellion, or just tiredness a hand was cut.You can search for the photos.Here the roots of the EU institutions are based.During this last year, I lived and worked at the Erasmus Student Network. We usually say that when we leave the NGO home going to our office, we catch the metro towards the Erasmus terminus, and then we leave at Schuman station, a few meters away from the Council and the European Commission.It is all true.But we can tell this fact from a different angle.In ESN we catch the metro at the Petillon metro station, Major of Leopold II army, that for years terrorised the so-called Belgian Congo in the name of the King, and then we go to the Quartier Leopold.And those few minutes of subway clarify the connection between the Belgian royal family and the colonisation of Africa.Likewise, it is clear where the roots of the EU institutions are based.Therefore, when we wonder about the future of Europe, and we look at the EU institutions, we should also ask how, from these roots, we can let bloom better fruits and flowers, for this and next generations.It is not enough to build a united Europe. We have to fight so that Europe recognises its past fully, finds its place in the world and becomes for everyone the inclusive dream of peace from decades is for most Europeans.From Bruxelles, let’s celebrate the #BlackHistoryMonth

Amba Aradam

00:00
Feb 16, 2021
[English to follow]Esattamente 85 anni fa, proprio nel bel mezzo di Febbraio, nasceva una nuova parola della lingua Italiana.Ambaradan.Una parola che è così intrinsecamente Italiana - capace di descrivere un casino frizzante e un po’ infantile, giocoso - che si fatica a capire come sia invece chiaramente una parola di origine straniera.Difficilmente una parola Italiana finisce per consonante.Interrogarsi su come una parola così esotica sia finita nel vocabolario italiano, ci permette di scoprire una storia fatta di violenza, battaglie e arroganza.L’arroganza è quella italiana, di quando tentò di costruire un impero, e perciò colonizzare varie parti del mediterraneo e del Corno d’Africa.Nel 1936, presso l’altopiano di Amba Aradam, l’esercito italiano perpetuò una rappresaglia nei confronti dell’esercito resistente del Regno Etiope.Atrocità ben diverse rispetto alla “schiavitù d’amore” promessa dalla propaganda informale del Regime fascista che trova le sue parole nella canzone “faccetta nera”.La canzone più famosa del ventennio, e più cantata dai nostalgici.Non portammo nessuna “schiavitù d’amore”, ma anzi nelle rappresaglie, negli stupri, nella violenza, fummo estremamente sofisticati.Non ci fu né amore, né frizzantezza, nè infantilismo.Usammo invece gas, pallottole ustionanti, e furono gasati migliaia di resistenti etiopi che cercarono rifugio nelle grotte della collina di Amba Aradam.Da qualunque angolo si guardi questo capitolo di storia, la narrazione che si ha in Italia è profondamente sbagliata.Una parte del paese la racconta come una colonizzazione tardiva, che provocò sdegno e vergogna nella comunità internazionale. I nostalgici invece raccontano quel capitolo come la legittima conquista di un nostro posto al sole.I fatti, invece, raccontano una storia diversa. Quello che l’Italia fece furono crimini di guerra e occupazione violenta.Per poter capire la codardia, travestita da coraggio, dell’Italia colonizzatrice, vi consiglio di guardare un film della Marvel.Sì, un film con supereroi ed effetti speciali.Black Panther.C’è per due volte la scena in cui si contendono il trono del Regno di Wakanda, tramite una battaglia presso le cascate e lì tutti i popoli, di diverse etnie si riuniscono.Non è un’immagine casuale, si rifà all’Etiopia.Perché, non senza problemi, l’Etiopia è un modello di convivenza tra etnie che ispira l’intero continente Africano.Inoltre, tutti considerano l’Etiopia il paese africano che non è mai stato colonizzato.Ma non si ferma a questo la capacità dell’Etiopia d’essere un modello per l’Africa.Anche i colori rosso, verde e giallo di molte bandiere dei paesi dopo la decolonizzazione sono stati presi dalla bandiera dell’impero Etiope. Non a caso quindi, oggi, molte delle istituzioni dell’Unione Africana si trovano ad Addis Abeba, capitale dell’Etiopia.Ciò che l’Italia provò a fare è andare nel cuore dell’Africa e strappare e gasare la sua identità.Per fortuna, non ci siamo riusciti.Per cui, dopo 85 anni è arrivato il momento di chiederci, se è il caso che l’Italia celebri o ricordi in maniera colpevolmente parziale figure della nostra storia come il Generale Badoglio e il giornalista Indro Montanelli.Entrambi, con ruoli diversi, presenti alla battaglia di Amba Aradam.Ambaradan è una parola intrinsecamente italiana per un altro motivo.Ambaradan entrò nel vocabolario della lingua italiana, perché i reduci di quella battaglia, la usarono per descrivere ciò che era simile a quello a cui avevano preso parte.La battaglia di Amba Aradam fu un casino a tratti grottesco, i veri protagonisti furono i militari mercenari, inizialmente assoldati dall’Italia, ma che poi iniziarono a combattere per il migliore acquirente.Durante i nove giorni di battaglia non si capiva chi stava combattendo cosa.Un trasformismo che ci dovrebbe essere familiare.Lo stesso trasformismo con cui mettiamo la polvere del nostro passato sotto il tappeto, salvo poi ritrovarci parole esotiche, come ambaradan, nel nostro dizionario.Per il futuro è importante trovare parole migliori. Meno violente e cruente.Due anni fa, ho avuto il piacere di fare il maestro supplente in una classe delle elementari, e una bambina di famiglia albanese era senza dubbio la più brava nella scrittura italiana.Si accorse pure di un mio piccolo errore in un dettato.A lei, ad Algisa, auguro di poter raccontare e di scrivere le migliori e più appassionanti storie dell’Italia futura.Però mi chiedo, che esempi può avere Algisa, bambina di origini albanesi, se è Montanelli, che sposò una bambina etiope senza mai riconoscerla, il giornalista che ergiamo a modello.Serve celebrare nuove persone.Servono nuove parole.E le persone e le parole non mancano.Voglio perciò citare Giorgio Marincola, studente di medicina, partigiano italo-somalo di Giustizia e Libertà che quando fu catturato dai Nazisti e lo costrinsero a parlare alla Radio per insultare i compagni resistenti, invece disse: "Sento la patria come una cultura e un sentimento di libertà, non come un colore qualsiasi sulla carta geografica. La patria non è identificabile con dittature simili a quella fascista. Patria significa libertà e giustizia per i popoli del mondo. Per questo combatto gli oppressori".In un momento di crescenti nazionalismi, credo sia estremamente importante ricordare quale sia il significato genuino di patria, cioè comunità, libertà e giustizia.Parole migliori, rispetto alla violenza di Amba Aradam, per Algisa e per tutti noi.Buon #BlackHistoryMonth---[EN]Exactly 85 years ago, right in the middle of February, was emerging a new word in the Italian language.Ambaradan.A word that somehow is the embodiment of being Italian - a word able to describe a lively mess, a bit childish, playful - is hard to tell how instead is clearly a word of foreign origins.Rarely an Italian word ends with a consonant.Question how such an exotic word ended up in the Italian vocabulary, allow us to find out a story of violence, battles and arrogance.The arrogance is the Italian one, when it tried to build an empire, colonising several parts of the Mediterranean and the Horn of Africa.In 1936, at the plateau of Amba Aradam, the Italian army perpetuated a retaliation against the resistant army of the Ethiopian Kingdom.Atrocities that were very different from the “slavery of love” chanted in the informal fascist propaganda that you can find in the lyrics of “faccetta nera” - little black face.The most famous song of the fascist time, and the most sung by the nostalgics.They did not bring any “slavery of love”, but on the contrary in the retaliation, in the rapes, in the violence, they were extremely complex.There were no love, no lively mess, nor childish acts.Us, Italians used gas, burning bullets, and thousands of Ethiopian resistants were gassed while they were seeking refuge in the caves of the hill of Amba Aradam.From any angle you look at this chapter of history, Italy’s narration is profoundly wrong.One part of the country tells that it was colonisation out of time, that caused indignation and shame in the International community. Instead, the nostalgics tell that chapter was a worthy conquest of our place in the sun.The facts, instead, tell a different story.What Italy did was war crimes and violent occupation.To understand the cowardice of the colonising Italy, disguised under courage, I suggest watching a Marvel film.Yes, a film with superheroes and special effect. Black Panther.In the film, two times, there is the scene of the battle for the Wakanda Kingdom next to the waterfall, and there are all the people, different ethnicities, gathering.It is not by coincidence; those scenes follow Ethiopia as a model.That’s why, not without problems, Ethiopia is a coexistence model among ethnicities that inspires the entire African continent.Moreover, everyone considers Ethiopia the only African country never colonised.But it doesn’t stop here how much Ethiopia is a model for Africa.Even the colours red, green and yellow of several African countries’ flags after decolonisation were the colours of the Ethiopian empire’s flag. Not surprisingly, today, many African Union institutions are in Addis Ababa, capital of Ethiopia.What Italy tried was to go into the heart of Africa and tear up and gas its identity.Luckily, we didn’t make it.Therefore, after 85 years it’s time to wonder if it is necessary to celebrate or remember in such a guilty partial way figures of Italian history like General Badoglio and the journalist Indro Montanelli.Both, with different roles, participating in the Amba Aradam battle.Ambaradan is the embodiment of being Italian for another reason.Ambaradan ended up in the Italian vocabulary, because the veterans from that battle, started to use it to describe what was similar to what they were part of.The battle of Amba Aradam was at times a grotesque mess, the real protagonist had been the mercenaries, at the beginning paid by Italy, but then started to switch side, and fight for the better payer.During the nine days of battle, it was hard to tell who was fighting what.An easiness at shifting alliance that sound very familiar to Italy.The same easiness at shifting applied in “putting the dust - of the past - under the carpet”, but then we find out exotic words, like ambaradan, in our dictionary.For the future, it is important to find better words. Less violent and cruel.Two years ago, I had the pleasure to be a primary sub-teacher, and a girl from an Albanese family was hands-down the best of the class for the Italian language.She even noticed a small mistake in my dictation exercise.For her, for Algisa, I wish to tell the best and more exciting story of future Italy.But I wonder, which examples can have Algisa, a girl of Albanese background, if Montanelli, who married an Ethiopian girl without acknowledging the relationship, is the journalist we put as model up.We need to celebrate new people.We need new words.And we have different people and words.I want to mention Giorgio Marincola, medical student, Italian-Somalian partisan of the group "Justice and Freedom", that when he was captured by the Nazis and forced him to speak to the Radio insulting the fellow partisans, instead he said: "I consider homeland as a culture and sentiment of freedom, non a random colour on the map. Homeland cannot be side by side with totalitarianism like the fascist one. Homeland means freedom and justice for the people of the world. That’s why I fight the oppressors".In a moment of growing nationalism, I believe that it is crucial to remember the genuine meaning of homeland, i.e. community, freedom and justice.Better words, in comparison to the violence of Amba Aradam, for Algisa and all of us.Let’s celebrate the #BlackHistoryMonth

2020

9 Maggio 2020 | 9th of May 2020

00:00
May 09, 2020
[IT]Con questo post riprendo il filo di questo blog, da tempo ricerco una cornice in cui misurare i miei pensieri e metterli nero su bianco.Questo lockdown mi ha aiutato a capire di cosa voglio parlare, o meglio quale prospettiva voglio mettere sul piatto del confuso e caotico dibattito sul web.Voglio offrire alla discussione un quadro più ampio.Credo che questi tempi che stiamo vivendo si possano capire meglio facendo un passo indietro e capendo dove siamo finiti, cioè tenendo una giusta distanza per capire quali storie rappresentano veramente quello che sta accadendo, quali dati e quali fatti di cronaca possono far da bussola, anziché portarci alla deriva per poi incagliarci in bufale, visioni estremiste o peggio.Così inizio con una riflessione su questa giornata e quest'anno strano: il 9 Maggio 2020.[EN]With this post, I restart the lost thread of this blog. From a long time, I'm looking for a frame that allows me to jot down my thoughts in an effective way.This lockdown is helping me to understand what I want to write about, or more precisely, which perspective I want to offer to the chaotic debate on the world wide web.I want to offer to the discussion a bigger picture, the bigger picture (at least for me).I believe that we can better understand the times we are living if we take a step back. We need a proper distance to get where we are, and to pick the right data, stories, facts and news that would help us as a compass. Otherwise, we would be in a ghastly open sea in which we will quickly end up broken because of fake news, extremisms or worst.Therefore, I start with a reflection on the today date and this current year: the 9th of May 2020.[IT]Il 9 Maggio è una data a cui ho sempre tenuto molto. È la giornata dell’Europa, e in Italia ricordiamo Peppino Impastato, attivista ucciso dalla Mafia siciliana, e Aldo Moro. Aldo Moro è stato il Presidente del Consiglio che cercò il compromesso tra i due principali partiti italiani del tempo: la Democrazia Cristiana e il Partito Comunista Italiano. E il terrorismo delle Brigate Rosse lo uccise dopo giorni di sequestro.C’è molto da imparare da questa giornata.Il 9 Maggio 1950 è la giornata dell’Europa perché la politica Europa del tempo trovò l’amore e il coraggio per iniziare il processo ancora in corso dell’integrazione Europea. Quel processo iniziò per via della decisa azione di leader, ma sopratutto per la consapevolezza degli Europei che si potevano superare le atrocità del passato solo con un eguale gesto, e anche più forte, per la pace globale.Quella consapevolezza trovo incarnazione nella Dichiarazione di Schuman, Ministro degli Esteri francese dell’epoca, che celebriamo con la giornata dell’Europa."La pace globale non può essere salvaguardata senza fare sforzi creativi proporzionati ai pericoli che la minacciano" - Robert Schuman -Stesso giorno, ma anno differente: il 9 Maggio 1978, quel giorno l’Italia fu scossa nel scoprire che le Brigate Rosse avessero ucciso Aldo Moro, e Peppino Impastato, lo stesso giorno, fu ammazzato dalla Mafia.Furono uccisi per ragioni diverse. Aldo Moro cercando di trovare compromesso non solo tra due partiti, ma due mondi: quello comunista e quello occidentale. Peppino Impastato perché resistette contro la Mafia con ogni possibile strumento: la radio, la cultura, la politica, la creatività, etc.Ma questa non è una lezione di storia. Questo è solo il contesto. È solo il passo indietro che ci serve per capire questo 2020. Un passo indietro di 70 o 42 anni.É facile sentirsi persi e schiacciati in questo 9 Maggio 2020.Buona parte del dibattito attuale è intorno a come le società saranno dopo la pandemia come se qualcuno, da qualche parte, abbia scritto se saremo migliori o peggiori, e come dovremmo essere.Il futuro sarà ancora più minaccioso se lasceremo coloro che oggi portano a galla il peggio di noi a continuarlo a fare. Non è me, ma Michelle Obama ad averlo detto: “se vanno verso il basso, noi puntiamo in alto.”L’Europa puntò in alto il 9 Maggio 1950, dopo la seconda guerra mondiale.Ma voglio dire che puntare in alto non è abbastanza. Credo che il 9 Maggio 1978 ci possa aiutare a capire cos’altro fare: mediare, mediare e ancora mediare.Mediare non vuol dire perdere i propri valori, ma creare una identità condivisa e inclusiva che si crei convincendo sul terreno dei valori e dei principi. Peppino Impastato disse chiaramente che “la Mafia è una montagna di merda!”. Aldo Moro offrì al paese l’obiettivo comune della sconfitta del terrorismo che stava minacciando l’Italia.Il terrorismo, alla fine, fu eradicato.La Mafia è ancora qui, ma è anche per via del sacrificio di Peppino Impastato che fu possibile nei primi anni ’90 immaginarne la fine.Alla fine, non è sempre possibile vincere e raggiungere il sogno che abbiamo.Ma il 9 Maggio 1950 non si unificò l’Europa in ventiquattro ore.Il 9 Maggio 1978 non si sconfisse il terrorismo o la Mafia, quel giorno sembrò semmai il contrario.Si iniziò un processo.Perciò, se facciamo un passo indietro di alcuni anni e decenni per guardare al 2020, la lezione è chiara: non importa quali sfide personali e comuni stiamo affrontando, dobbiamo iniziare il processo.La storia non è ancora scritta![EN]The 9th of May is a date always dear to me. It is Europe Day, and in Italy, we remember Peppino Impastato, an activist against the Sicilian Mafia, and Aldo Moro. Aldo Moro was the Prime Minister that try to compromise between the two main Italian political Parties of that time, the Christian Democracy and the Italian Communist Party. And the terrorism of the Red Brigades killed him after days of kidnapping.There is a lot to learn from this day.The 9th of May (1950) is Europe Day because European politics that time found the love and the courage to start the ongoing process of European integration. That process started because of the bold move of leaders, but first and foremost the Europeans' awareness that we could overcome the atrocities of the past only with an equal, and even more robust, move for the global peace.That awareness found the embodiment in the Schuman Declaration, Foreign Minister of France that time, that we celebrate with the Europe Day."World peace cannot be safeguarded without the making of creative efforts proportionate to the dangers which threaten it." - Robert Schuman -Same day but different year: the 9th of May 1978, in that day Italy was shocked founding the Red Brigades killed Aldo Moro, and Peppino Impastato that same day was killed by the Mafia.They were killed for different reasons. Aldo Moro trying to compromise not just between two parties, but two worlds: the Communist and the Western world. Peppino Impastato because he was standing up against the Sicilian Mafia using every possible tool: the radio, culture, politics, creativity, etc.But this is not a history lesson. It is just the context. It is the step back we need to understand this 2020. A step back of 70 or 42 years.It is easy to feel lost and overwhelmed in this 9th of May 2020.Most of the ongoing debate is around how societies will be after the pandemic like if someone, somewhere, wrote if we will be better or worst and how we will be.The future will be even more threatening if we leave those are going low, in this time, going lower and lower. This not me, but Michelle Obama: "if they go low, we go high."We have to go high as Europe did the 9th of May 1950, after WWII.But I want to add that going high is not enough. I believe that the 9th of May 1978 could help us with what else to do: compromise, compromise, and compromise again.Compromise doesn't mean losing its values but building a shared, inclusive identity standing and convincing on the field of values and principles. Peppino Impastato made clear that “the Mafia is a Montagna di merda!” (a mountain of shit). Aldo Moro created a common goal for the country in defeating the terrorism that was threatening Italy.Terrorism, in the end, was eradicated.The Mafia is still here, but even because of the sacrifice of Peppino Impastato was possible in the early 90s to imagine an ending of it.In the end, it is not always possible to win and achieve the dream we have. But the 9th of May 1950 they didn't unite Europe in twenty-four hours.In the 9th of May 1978, they didn't end terrorism or the Mafia, quite the opposite.They started a process.So, if we take a step back of some years and decades looking at this 2020, the lesson is clear: no matter the personal and shared challenges we are facing, we have to start the process.History is not written yet!Alberto Spatola

2018

Cosa imparare dall'arresto del Sindaco di Riace

00:00
Oct 03, 2018
Mimmo Lucano, Sindaco di Riace (Calabria)Andare oltre i titoli di giornali e le narrative contrapposte.Con l'arresto di un simbolo dell'accoglienza i fari sono puntati sulla gestione della immigrazione, sulla frattura nell'opinione pubblica, piuttosto che su ciò che è realmente accaduto. Andando quindi oltre i titoli, i tweet compiaciuti degli stronzisti e la solidarietà a priori, emerge che il meccanismo dell'accoglienza che si è creato a Riace non è sotto attacco, anzi in precedenti indagini si sottolinea come sia un modello di rilevanza internazionale, nonostante alcune leggerezze nel seguire le regole.I motivi dell'arresto, sono dovuti ad assegnazioni del sistema dei rifiuti del Comune avvenute in maniera irregolare e di aver arrangiato matrimoni tra italiani e cittadine straniere che rischiavano di non poter più risiedere in Italia.E queste accuse sono da confermare, si è proceduto all'arresto perché se confermate si ritiene che Mimmo Lucano da Sindaco possa continuare a commettere atti illeciti.Quando si parla di politica si citano solo uomini forti, uomini soli al comando, e ci dimentichiamo degli uomini (e donne) lasciati soli: i Sindaci, gli amministratori locali.Non voglio creare una categoria di puri, perché la politica locale è ben lontana dalla santità. Ma l'amministrazione locale è spesso il primo passo per chi vuole fare politica e presenta più difficoltà che le prove di Ercole.La vicenda dell'arresto di Mimmo Lucano conferma come la politica non sia un facile cammino, dove anche gli ideali più belli e la volontà più tenace si scontrano con uno Stato disfunzionale, la mancanza di supporto di una rete, di una comunità e di quanto sia necessario studio e conoscenza se si vuole cambiare il mondo, anche un paese montuoso di pochi abitanti.Tutto questo manca, e a colmare questo vuoto ci sono persone coraggiose come Mimmo Lucano e tanti altri Sindaci e amministratori locali, ma purtroppo sempre più spesso invece di ideali ci sono interessi, invece di studio e preparazione, c'è improvissazione e dilettantismo, invece di uno Stato che funziona ci sono tagli e meccanismi senza senso, invece di visione e concretezza, vuota propaganda.Servono comunità.La politica è sempre più attenta a creare divisioni per individuare il proprio clan e ci si abbassa per parlarci in maniera indistinta. Si propongo politiche e soluzioni sempre più individuali non per risolvere i problemi di una comunità, ma per creare un senso di dipendenza tra il politico e chi vive in solitudine il proprio problema.Questa però non è politica, è speculazione sul consenso, roba da avventurieri della cosa pubblica. Roba da Rocco Casalino, e la sua voglia di ferragosto mentre Genova crolla.Il caso di Riace ci insegna invece quanto sia difficile, ma possibile e necessario far rinascere un paese, investire nelle comunità, con dei progetti chiari, dei valori condivisi e delle persone vere che ci si dedichino.Per non arrestare il futuro (che è più importante delle persone).Non va accettato che la battaglia sia tra un senso comune dell'ordine, se pur disumano, e una accoglienza senza regole, fatta con bontà, ma che porta confusione.Difendere Mimmo Lucano a prescindere, lasciando intendere che sia necessario non rispettare le regole per fare accoglienza, isola ancora di più chi sostiene una società empatica, aperta.L'unica cosa che si ottiene e che chi giustamente vuole legalità riempa le fila degli stronzisti anche se condivide i valori di solidarietà di Riace.Abbandoniamo l'uso frenetico dei Social Network, le fondazioni e le chiaccherate nei propri orticelli e bolle. Facciamo formazione.Sono solito usare l'aggettivo ottocentesco in termini negativi, ma ritroviamo lo spirito delle Università Popolari, le biblioteche nelle sezioni, ritroviamo quello spirito ottocentesco per cui la politica è questione di popolo ed è modo per imparare tutti assieme come migliorare la società. Servono sicuramente strumenti nuovi per far ciò, ma le esperienze non mancano, serve che se ne abbia consapevolezza della necessità e si inizi a remare in questa direzione.Perché abbiamo un disperato bisogno di classe dirigente. Il caso di Riace ci insegna quindi quanto serva una nuova politica, e che possiamo fare tutte le manifestazioni di solidarietà che vogliamo per Mimmo Lucano, ma un solo Sindaco, non basta.Serve una politica che si renda conto che è possibile gestire la cosa pubblica in maniera diversa, ci sono le persone pronte a farlo, ci sono le idee e le comunità pronte ad abbracciare le novità pur di rinascere.Serve quindi una nuova politica che guardi alle comunità del nostro paese per ascoltarle, capirle, investendoci con un piano che non abbia paura di essere coraggioso.Come a Riace.P.S.: Per approffondire il caso Riace."Migranti e integrazione: il modello Riace che fa scuola all'estero e l'arresto del Sindaco", Valigia Blu;"Pro-refugee Italian mayor arrested for 'aiding illegal immigration'",The Guardian.Alberto Spatola

I mostri e la vita, Macerata

00:00
Feb 03, 2018
Da una slide di presentazione della mia tesi triennale in "Storytelling, Political Communication and European Integration" Cari amici che siete immersi in questa campagna elettorale, che sembra un girone infernale dantesco, se pensate di fare campagna elettorale sui fatti di Macerata vi sbagliate di grosso.La battaglia in Europa e occidente (quindi in Italia pure) è tra aperto e chiuso, tra ponti e muri. Ma non si vince cercando i mostri altrui.L'unico risultato è mettere al centro della discussione pubblica l'identità, la difesa nazionale e la sicurezza.Non dividiamoci tra Saviano e Salvini, la maggior parte delle persone non ci vedranno il nesso, e prevarrà solo chi è poi sulla scheda elettorale con un messaggio chiaro in merito. Spoiler, Salvini.Serve invece costruire progetti che portino le persone assieme, invece che dividere.Così come fece da deputata Jo Cox in UK, che si preoccupò di quella parte di Inghilterra dimenticata, sola, rifugiati e non solo, guidando la Commissione sulla solitudine che ora trova spazio nel Ministero della solidutine.Jo Cox che come ricorderete fu uccisa tragicamente durante la campagna referendaria Brexit-Remain, da un fanatico che urlò "Britain First".Sappiamo poi come andò a finire quel voto, non commettiamo lo stesso errore, con la stessa incapacità di capire dove stia andando il paese.Un paese fragile che si lascia affascinare facilmente da sirene nere, come dimostra, se pur in maniera maldestra e scopiazzata, il film "Sono tornato", e la realtà quotidiana in cui ancora oggi, come si è visto a Cantù, si fa fatica ad accettare un medico nero, che commenta però il fatto con una saggezza a cui dovremmo ispirarci.Non cerchiamo quindi i mostri altrui che portano solo morte, ma celebriamo la nostra voglia e le opportunità della vita, nella differenza, nella tolleranza.Alberto Spatola

2017

Diario della campagna, pagina 4 Lettere

00:00
Jun 08, 2017
In queste ore sto distribuendo molte lettere in giro per le case, è una pagina bella di questa campagna. Intanto perché è fatta di carta, si può toccare, e ha quindi un fascino tutto suo e poi perché è l'occasione, casa per casa, di incontrare persone e ascoltare storie e aspirazioni, parlare chi da tempo non si incontrava. Ho preparato due lettere, una più politica generale, che riporto di seguito, l'altra invece che sta circolando nel mio quartiere, Sestri Ponente e Cornigliano, specifica sul mio territorio, e metto il link in fondo.Ne approffitto di ringraziare chi mi sta dando una mano a distribuire, si sa, siamo di Genova, dobbiamo pur sempre risparmiare sulle poste!Buon voto! Con Crivello Sindaco per un nuovo centrosinistraL’11 Giugno, con le elezioni per il Sindaco e il Consiglio Comunale, avremo il futuro di Genova nelle nostre mani, e inoltre possiamo porre le basi per un nuovo campo politico che possa farci tornare a dire che la politica è bella, e il centrosinistra ha ancora qualcosa da dire nel nostro tempo.Io metto a disposizione la mia candidatura e la mia passione per Genova presentandomi nella Lista Crivello Sindaco per il Consiglio Comunale (scheda azzurra), con lo sguardo rivolto però a un momento storico che vede i nostri valori di solidarietà e progresso sotto attacco.Ti chiedo, quindi, di essere al mio fianco per mettere Genova al primo posto, per un’amministrazione concreta e capace che con Crivello possiamo sicuramente raggiungere in quanto la sua esperienza parla chiaro. Un esempio: con lui Assessore i fondi europei non sono stati persi, ed è grazie a questo che è stato possibile riqualificare numerose aree della nostra città.In cinque anni da Consigliere di Municipio io ho avuto modo di apprezzare la capacità amministrativa di Gianni e so che è il miglior Sindaco che Genova possa avere. Quando mi ha chiesto di candidarmi nella sua lista, ho pensato che fosse il miglior modo di rappresentare le mie idee e la nostra città che trova la sua identità nel lavoro e nell’associazionismo.Solo così, dalle nostre radici, possiamo costruire un campo politico nuovo, in grado di rappresentare il paese che vorremmo, un paese operoso e che offra opportunità.Ma intanto iniziamo da Genova!Con l’11 Giugno apriamo un capitolo nuovo.Sulla Scheda azzurra metti una croce sullaLista Crivello Sindacoscegli e scrivi a fiancoAlberto SPATOLA-----Lettera per il Medioponente (Sestri e Cornigliano)Alberto SPATOLA 

Diario della campagna, pagina 3 L'incontro e la paura

00:00
Jun 05, 2017
Voglio partire da un fatto apparentemente distante, rispetto al diario di una campagna elettorale genovese, dal concerto dei Radiohead a Tel Aviv.Il Movimento BDS ha chiesto alla band inglese di non tenere il concerto per sostenere il completo boicottaggio culturale di Israele. Le parole di Thom Yorke, leader e cantante del gruppo, sono il senso di questa pagina di diario: "Non sono d'accordo affatto con la messa al bando culturale, [...] il tipo di dialogo in cui vogliono infilarmi è bianco o nero. Ho problemi con questo. [...] è un così grande spreco di energie. Energia che può essere usata in maniera positiva. [...] Tutto questo crea divisione. Così non metti assieme le persone. Non crei dialogo e senso di comprensione. Se ora stai parlando di far progredire le cose in una società, se tu crei divisione, cosa ottieni? Ottieni Theresa May, Netanyahu, ottieni Trump. Questo è divisivo."Ecco, io in questo giorni di campagna elettorale, ma anche prima, sto lavorando per unire, anche se intorno sento crescere un clima di divisione e chiusura.Ho avuto l'occasione di partecipare, a nome di Crivello, a diversi confronti organizzati da associazioni, giornali di quartiere, TV locali e nei prossimi giorni dagli studenti medi. E anche nei momenti più concitati, c'è stato modo di imparare, incontrarsi.Questo è il bello della politica, prendersi anche delle belle gatte da pelare, per cui è più facile prendere l'insulto che l'applauso, ma essere nelle condizioni di spiegare le proprie posizioni, e, se pur nella differenza, far nascere nuove riflessioni in te e in chi ti ascolta.Così con enorme soddisfazione ho preso parte al confronto con le "Associazioni in Rete" che mi hanno presentato un esempio positivo di collaborazione tra realtà che non chiedono niente, anzi vogliono essere in condizione di dare. Sono poi andato al confronto organizzato da "Il Corniglianese" che da 5 anni racconta le vicende di Cornigliano e con piacere ho sempre letto ritrovandomelo nella posta da Consigliere Municipale. C'è stato il confronto formativo a Quarto, organizzato dagli scout, in cui ho avuto il piacere "sfidarmi" con Bucci che usava una marea di parole inglesi a caso pronunciandole con un vago accento milanese. Molte le interessanti domande, anche sulla ben più genovese rumenta.Infine il faccia a faccia a Primocanale su futuro e lavoro e che potete rivedere.Vorrei che la campagna durasse ancora un bel po', per poter avere ancora più occasioni di dibatto, perché è dall'incontro che nascono le migliori idee e l'informazione si può verificare, contestualizzare, però poi mi ricredo. Riaccendo il cellulare, e dopo queste iniziative, mi ritrovo pieno di segnalazioni di notizie false messe in giro da belinoni esagitati che gridano allo straniero e al degrado.Potrei farne un elenco lungo, ma penso che sia ben più importante giocare d'attacco portando avanti le nostre idee ed esperienze, invece di sprecare parole contro chi getta fango sui social.Ma una cosa vorrei riprendere, visto che gli allarmismi crescono.Come già il Candidato Presidente del Medioponente Mario Bianchi ha sottolineato, in Via Siffredi, ex mutua, se si son visti dei lavori questo non vuol dire che si stia aprendo un "centro d'accoglienza", anzi in quell'area è previsto un centro per anziani.Chi va dicendo nei vari gruppi con toni da ventennio che in quelle zone ha visto faccette nere, dice fesserie.Quando sono state interpellate le autorità competenti per la gestione dei profughi ci hanno risposto con una sonora risata, dicendo che non sanno neanche dove fosse Via Siffredi, ed erano meravigliati che avessimo una via dedicata ad un porno attore (è un altro Siffredi, ovviamente).Nel programma di Crivello, e nell'azione di cinque anni di Municipio, si afferma chiaramente l'impegno per l'integrazione e l'accoglienza.Ma mai integrazione e accoglienza potranno avvenire nella disinformazione, è con l'incontro e la trasparenza che affronteremo ogni questione, in particolare quelle più delicate.Teniamolo a mente, mettiamo un segnalibro a questa pagina del diario.Alberto SPATOLA

Diario della campagna, pagina 2 #GenovaSolidale

00:00
May 30, 2017
Video FacebookCiao Alberto sto facendo un video!Ah, si... Anche io.Ma no, non quelle cose elettorali che fai tuCosì ieri ci siamo sentiti io e Fabrizio Gelli che mi diceva di tenermi pronto per un video che avrebbe condiviso sulla sua bacheca.Già nei giorni prima ci siamo confrontati su come rispondere all'arrivo di Salvini, e Fabrizio ha pubblicamente auspicato che la Sestri antifascista e democratica facesse sentire la sua voce. Apriti cielo, persino il Segretario nazionale ligure della Lega Nord ha considerato quell'auspicio un atto sconsiderato e violento.Ma non ci siamo stati a questo racconto, a questa etichetta che ci volevano attaccare.Se c'è una Genova intollerante e chiusa, ho detto a Fabrizio, dobbiamo dimostrare che c'è una Genova aperta e solidale.Fabrizio non aspettava altro, ha preso il tablet e ha creato questo appello che bello è dir poco!In un momento politico fatto di colpi bassi, interessi di corto respiro e rabbia cavalcata le sue parole di invito alla Genova solidale di mostrarsi è ossigeno puro, luce in un momento in cui le ombre si fanno lunghe.Mi sono quindi messo a ricercare foto, miei momenti di solidarietà da condividere con l'hastag #GenovaSolidale ...dalla raccolta fondi organizzata con Massimo Romeo per il Municipio Medioponente a sostegno di Finale Emilia che era stata colpita dal terremoto nel 2012, alle tante cene con il Gruppo Erasmus Genova per la raccolta fondi e materiale per il Gaslini, per la sezione ErasmuSN di Camerino anch'essa colpita dal terremoto, come l'Ecuador che l'anno scorso abbiamo fatto conoscere agli studenti stranieri a Genova attraverso il Canelazo, bevanda che è stata occasione d'incontro e di raccolta fondi per il paese.Potrei continuare con le cene in Società Operaia a Sestri a sostegno del Centro d'ascolto e non solo, le iniziative da responsabile ExchangeAbility del Gruppo Erasmus Genova per sensibilizzare università e studenti al tema della disabilità e qualche sera alla mensa di San Benedetto al Porto, dal Teatro degli Zingari.Ma alla fine ho ritenuto fondamentale che proprio oggi facessi un gesto di solidarietà, mentre ci sarà chi sputerà parole d'intolleranza nel teatro del mio quartiere sarò insieme ad altri volontari locali e Gianni Crivello alla mensa di Soleluna presso la stazione di Cornigliano.Invito tutti a far lo stesso, un gesto anche semplice di solidarietà e per oggi mettiamolo in mostra, condividiamo la #GenovaSolidale e non dimentichiamo di ringraziare l'europarlamentare della Lega che ci ha permesso di mostrare e scoprire la parte migliore di noi, di Genova.Alberto SPATOLA

Diario della campagna, pagina 1

00:00
May 29, 2017
Ormai sono settimane che ho in bozza questa prima pagina di una avventura che mi sta togliendo il sonno. Ma finalmente tolgo un'oretta al letto per riflettere su questa campagna elettorale intensa.Come vado dicendo in giro questa corsa la sto vivendo con spirito zen, ma nonostante gli unici momenti di vera ansia siano stati quelli prima della presentazione delle liste, in mezzo a mille fogli, ora mi ritrovo a voler raccontare un mese di vita, anziché un racconto del giorno per giorno o quasi, come un diario serio vorrebbe.Faccio quindi un po' un ritratto di queste settimane, un ritratto a pennellate ampie e leggere, con la leggerezza di uno spazio personale, il mio blog, dove so di poter trascendere da certe logiche comunicative che ormai ho nel DNA dopo anni di politica e anche di studi universitari.Di campagne elettorali ne ho fatte tante e quello che rimane sempre più vivo è il rapporto intenso che si crea con le persone con cui si collabora e con cui ci si interfaccia.Anche quelle che già conoscevi mostrano una nuova sfaccettatura, e tassello dopo tassello arrivi a comporre un mosaico vivido della tua comunità. In questo caso della mia città: Genova.Genova More Than This, recita lo slogan acchiappa turisti che troneggia a pochi passi dalla fontana a De Ferrari, ma quella frase, quell'hastag, è soprattutto un monito a noi genovesi che dobbiamo essere spronati a non considerarci mai arrivati nel percorso di conoscenza della nostra città... dico questo perché la politica è una cosa bella, nonostante dicano e urlino il contrario, la politica, fatta con passione e dedizione per il prossimo, e il bene comune, è un mezzo straordinario per avvicinarsi ai tanti pezzi del proprio paese. E io sto aggiungendo tantissime sfumature alla mia idea di Genova nel corso di questa campagna.Motivo per cui spero di poter aggiornare questo diario di frequente, parlando dei posti, delle persone e delle occasioni che mi stanno facendo godere questa opportunità appieno.Vi parlerò dei tanti candidati che per i Municipi si stanno mettendo al servizio dei loro quartieri.Vi parlerò dello spirito civico che sta attraversando il centrosinistra e che Crivello incarna appieno, spirito civico che sta facendo impazzire molti politicanti capaci solo di giochini sconnessi dal mondo reale.Vi parlerò dei dibattiti tra candidati Sindaco a cui sono già andato e a cui andrò in rappresentanza di Crivello.Vi parlerò dei ragazzi super professionali che mi stanno dando una mano, di Furkan che bisogna scrivergli di notte perché è più facile trovarlo sveglio visto il Ramadam, dei super pazienti Fratelli Pirisi che in cuor loro vorrebbe maledire ogni mia occhiata fuori telecamera e quel loro trepiedi mai abbastanza alto.Vi parlerò di Genova insomma, perché deve essere al primo posto... è per Genova che siamo al lavoro.Alberto Spatola

Mi candido per il Consiglio Comunale, con Gianni Crivello.

00:00
Apr 29, 2017
Quando ieri ho firmato per accettare la candidatura al Consiglio Comunale di Genova per la lista "Gianni Crivello Sindaco" non mi sono fermato molto a riflettere, avevo altri impegni e ho continuato dritto tra le incombenze di giornata.Poi, arriva la sera e la notte, e chi mi conosce sa che per me è momento di riflessione, il momento per le idee così forti da non far dormire.Quel che ho pensato è che a 25 anni essere candidato per il Comune di Genova, chiamato a mettersi in gioco direttamente dal candidato Sindaco, è una bella responsabilità.Devo quindi ringraziare Gianni Crivello per l'opportunità.Grazie alla sua disponibilità si può ancora investire nel centrosinistra.Con la sua storia popolare, slegata dalle appartenenze, ma legato a le sue radici territoriali, Crivello è la persona giusta con cui iniziare questa sfida.Per questo ho accettato la candidatura nella sua lista "Gianni Crivello Sindaco".Ma al di là della stima e confidenza personale, dell'esperienza da Consigliere municipale a Sestri Ponente e Cornigliano e impegno nell'associazionismo di stampo internazionale ed europeo, so che la proposta mi è arrivata, non per rappresentare me stesso, ma per dare voce agli ambienti della città che frequento e a cui sono vicino.Perciò inizio questa avventura e come prima spesa per la campagna elettorale cambierò un pezzo alla mia bicicletta perché voglio pedalare, girare tanto.Voglio incontrare le persone, non produrre slogan da mettere su manifesti.Voglio spiegare e raccontare le mie idee per Genova e raccogliere le energie migliori tra chi ha a cuore la città.Ci sarà chi è interessato solo a collocarsi politicamente, invece la mia priorità è Genova e io sono pronto a rimboccarmi le maniche.Al lavoro quindi per rappresentare il quartiere in cui vivo e sono nato e in cui sto concludendo l'esperienza da Consigliere municipale del Medioponente, Municipio in cui si voterà di nuovo (scheda rosa) e per cui ho contribuito a far nascere la bellissima esperienza del Progetto Civico Municipale "Il Prossimo Medioponente" che sosterrò con tutta la mia forza.Al lavoro per Genova, al lavoro per una Genova con più opportunità, più attenzione ai cittadini, per una Genova più europea.Alberto Spatola

La Le Pen e gli Europei (e perché l'Italia rovinerà quasi tutto).

00:00
Feb 10, 2017
http://tiny.cc/l9u4iyLa Le Pen è la punta di diamante dell'estrema destra europea e sconfiggerla fra meno di un centinaio di giorni non sarà semplice, nemmeno con Macron (quasi impossibile con Fillon).Ma non deve stupirci la sua ascesa, lei vuole negare la doppia cittadinanza a chi gli pare e piace, così come i "rispettabili" democristiani bavaresi che tengono in ostaggio la Merkel su questo e altri temi.Dov'è invece l'alternativa?Una forza politica che sappia superare gabbie nazionali e identitarie per creare un mondo più pacifico, in grado di comprendersi.Dov'è la proposta per un mondo e una Europa più giusta, una Europa di diritti e opportunità?Costruiamola!Non bastano le testimonianze, le bolle in cui viviamo, e i piccoli esempi che "si può fare", bisogna avere il coraggio di andare "al potere", come ripete ossessivamente Sadiq Khan, Sindaco di Londra, ad una leadership dei Labour senza colonna vertebrale.La mia generazione, i cosidetti Millenials, schifano il voto, le elezioni, e così sono inifluenti nella politica, se pur dotati di grandi strumenti tecnologici e culturali. Ma non è disinteresse per la cosa pubblica.Per coinvolgerci serve una forza politica che sappia interpretare questa esigenza e trasformare una elezione in azione.Ci sono diversi segnali nazionali che qualcosa sta nascendo.In Francia l'ascesa di Macron non è solo un dignitoso argine alla cultura lepenista, ma anche solo elettoralmente ha un suo senso e rappresenta uno schema che in Austria si è visto essere valido (l'aperto contro il chiuso, il verde contro il nero, i ponti contro il muro).In Spagna è in corso il Congresso della forza politica più interessante a livello europeo, Podemos, in cui almeno il 39% ha votato per uscire dalla fase "adolescenziale" del Partito votando la mozione Íñigo Errejón, non abbastanza, ma il segno che c'è voglia di passare dalla mera opposizione alla proposta di Governo. Comunque la si pensi, un confronto culturale e politico avvincente.Se pur guardare all'Italia mi getta nella disperazione, il dibattito nella Sinistra è sulla stessa d'onda, ma non ne uscirà nulla di buono lo stesso, perché troppo concentrati a guardare alle differenze saremo solo in grado di rovinare ciò che di buono può nascere in Europa.Eppure non ci vorrebbe molto a capire che la voglia di battersi per un Effetto a Parma e a Genova, le divisioni in Sinistra Italiana che potrebbero isolare l'idiozia nazionalista e anti-€uro di Fassina, la voglia di Pisapia di condizionare il Partito di governo, il fiore che può nascere nel marasma del PD, e la Costituente delle Idee che sta portando avanti Possibile con Civati, sono tutte espressioni della stessa necessità di non cedere il nostro tempo alla paura e alla nostalgia del demagogo più cinico.Ma in Italia non lo si capirà, per cui dovremo presto smettere di inseguire i diversi "segnali nazionali" e costruire una risposta Europea.Questa sarebbe l'ora per gli Europei!Alberto Spatola

2016

Come mi diverto a prevedere le elezioni e perché non ho capito niente di 'sto referendum

00:00
Dec 05, 2016
Come faccio le mie previsioni elettorali... In sintesi parto dai sondaggi e ci aggiungo un po' di fantasia.Ci sono diversi elementi per cui i sondaggi a volte non ci azzecano: i voti all'ultimo minuto, la "timidezza" ad esprimere il proprio voto, campagne elettorali brillanti o particolarmente scadenti, e nel caso italiano il voto di scambio e gli italiani all'estero.Capire come tutti questi elementi si allineano fa parte della fantasia personale che ci metto.I sondaggisti sono pienamente consapevoli di tutto ciò e per quanto possibile "ritoccano" i loro numeri, ma sempre dai dati devono partire, io vado appunto di fantasia, ma cercando di rimanere comunque legato ad elementi oggettivi, per cui difficilmente mi avventuro in previsioni molto al di là dei margini di errore statistici. Per esempio...Trump.Guardando i sondaggi si vedeva uno scarto tra i sondaggi effettuati con operatore fisico e quelli con voce pre-registrata o via internet, nel secondo caso Trump guadagnava l'1,5% in più. Una enormità che se si considerava come termometro politico, trasformava tutti gli Stati in bilico in Stati alla portata di Trump. Ma questa timidezza nel dire che si sarebbe votato Trump si poteva far più sentire ancor di più nel MidWest (Detroit etc...) dove erano tradizionalmente democratici e quindi votare Trump era meglio farlo in silenzio. Se quindi si guardava alla forbice statistica Trump per un pelo poteva strappare il numero di delegati necessari per vincere. Io ho scommesso su questo perché c'erano anche molti altri segnali in questo senso. Poiché, in sintesi, Trump è memetico, è un personaggio e si parlava solo di lui.Hillary ha portato avanti un messaggio vincente e ha parlato della sua America solo e soltanto durante la Convention Democratica, che è stata un capolavoro, prima e dopo invece attaccava Trump in maniera scomposta e infiammando solo un microtarget di femministe cittadine. Mentre Trump impazzava tra la sua larga constituency di maschi bianchi non laureati.Ma arriviamo alla prima scottatura nel far previsioni che ho preso in questo 2016: il Referendum Costituzionale del 4 Dicembre.Anche qui in sintesi, è l'unica elezione che mi son messo a prevedere per cui ho anche votato, quindi l'essere elettore ha fottuto il mio voler far analisi.Avevo colto che nella mia sfera, i giovani e a Genova, il NO sarebbe andato assai bene e la sensazione era sostenuta da molti dati. Credevo però di essere immerso nella punta dell'iceberg del NO e che il resto del paese si sarebbe fatto condizionare all'ultimo minuto da altri elementi.Dall'effetto Brexit.No, no, non intendo la paura di cataclismi. 'Ste cose le lascio a Benigni. Intendo che il fronte del RemaIN nel Regno Unito ha scontato non avere una strategia comune ed essere rappresentato da un fronte variegato. Lo stesso era per il NO.Come ho detto a Genova e tra i giovani lo scontro era PD-M5S, ma altrove pensavo si fosse imposto lo schema Renzi contro l'accozzaglia politica.Invece in maniera sotteranea la rabbia sociale si è trasformata in votiamo NO e "Renzi a casa". Una roba un po' fuori tema per un Referendum Costituzionale, che era prevedibile se si fosse registrata nei sondaggi l'alta affluenza che ci è stata. Ma non è vi è stato sentore, così ho capito di aver "ceffato" la previsione nel tardo pomeriggio di Domenica, quando si è colto una affluenza da elezioni politiche. E a quel punto era chiaro il risultato perché "è più credibile un mega fanculo a Renzi che una mega cessione di sovranità per far argine ai mostri che possono sorgere col NO" (il virgolettato è un messaggio che ho mandato a diversi amici ad ora di cena per dire che il NO stava vincendo a mio parere).Altri dettagli mi hanno fatto propendere per una vittoria del SI, per esempio di questi tempi fa brutto dire che si sta col governo, quindi col SI, lo dici se mai silenziosamente nell'urna. Ma invece in questi tempi di polarizzazione i Renzi-boys erano tutti allo scoperto e molti silenziosamente nel centrosinistra hanno anteposto la Costituzione al Governo e il M5S ha confermato, nonostante faccia campagne elettorali di scarsa qualità se pur coccolose (e.g. leggasi Dibba in moto), di avere una cosa fichissima: l'egemonia culturale.Ma in mezzo a molte reazioni post-referendum scomposte, piene di insulti per l'altra parte, vorrei far emergere due elementi che la politica non dovrebbe mai perdere di vista.Un aspetto molto serio, a cui nessuna formazione da risposta, al massimo un po' di sfogo, cioè il disagio sociale. Disagio che è evidente ed è stato ben fotografato da YouTrend che sottolinea come "Nei 100 comuni italiani con più disoccupati ha vinto il NO con il 65,8%, nei 100 con meno disoccupati ha vinto il SÌ con il 59%."E poi un aspetto più di folklore e colore ...smettiamola (a partire da me stesso) di dire che in Italia ci sono i moderati. "L'elettorato non è moderato, è smodato (...)" (mettete il video in loop, così ce lo fissiamo bene in testa). P.S.: Sembra, a mio parere, che Mattarella stia conducendo bene questa crisi di Governo, quindi forse non si è azzardato troppo votando NO.Ma vedremo che ci riserva il futuro. Io confermo il mio augurio subito dopo aver votato." Comunque vada, domani si spera di vedere entrambe le bandiere sventolare #EU #Italia #HoVotato " 

Quel poco che so di questo Referendum Costituzionale

00:00
Dec 01, 2016
Se vi aspettate una dichiariazione di voto vi sbagliate di grosso.Ieri Romano Prodi ha sentito il "dovere" di rendere pubblico il proprio voto al referendum. Io ritengo invece che in questo momento politico si abbia il dovere di non lasciarsi trascinare in una lotta assurda tra parti senza prospettive.Ultimamente vedo in maniera critica gli accesi anni Berlusconiani.Quegli anni erano Guerra Civile fredda intorno ad una persona, nessuna proposta, nessun sogno, solo bava alla bocca, e in mezzo il Cavaliere che godeva dei riflettori che gli davano la vittoria. Ma almeno alla prossima generazione potrò dire di essere stato anti-Berlusconiano, e in mezzo a quell' "anti" ho fatto crescere a spintoni una mia cultura politica personale.Ma oggi cari amici del SI, cari amici del NO, contro cosa vi battete? Quale cultura politica state coltivando?Vi costruite nemici immaginari per giustificare la vostra esistenza. E ormai non c'è più alcuna cultura in questa politica.Non c'è cultura politica in questa riforma costituzionale che modifica Parlamento e rapporto Stato-Regioni senza bussola o visione alcuna.Si va verso un centralismo estremo per amore di austerità e di potere, non perché si è veramente consapevoli di quale Italia si voglia. Forse accidentalmente si otterrà maggiore chiarezza amministrativa, cioè si saprà meglio "chi fa cosa", ma non è detto "che chi deve fare, sia in grado di fare".Si scopiazzano "i Senati" Europei, fondamentalmente quello Francese e quello Tedesco, facendo nascere un incrocio Renano. Un risultato che supera il bicameralismo paritario, e quindi il casino politico di quest'ultimo decennio. Ma probabilmente apre le porte ad altre incomprensioni.E sia ben chiaro, quello che dice Berlusconi, che il Senato sarà per lungo tempo appannaggio del PD e alleati, è verissimo. A me come elemento "argine" può far anche piacere, ma non è così che si fa una riforma della Costituzione.Dal punto di vista "tecnico" la riforma secondo me è una delusione, nata da un parlamento deludente, che tenta dei passi in avanti, insieme a qualche accenno interessante come le nuove soglie referendarie, la rappresentanza di genere e il tetto agli stipendi dei Consiglieri regionali.Il nodo del referendum è però anche politico.La mia generazione voterà NO.Principalmente perché viviamo in una bolla social-mediatica per cui questo è un referendum Renzi-Di Battista, PD-M5S.Ed è quindi l'opportunità di passare da una illusione di avere rappresentanza politica ad un'altra.Dalla "rottamazione" all' "uscire a veder le stelle".Invidio i miei coetanei che voteranno NO con questa speranza, la speranza di aprire una fase politica nuova.Io, traviato da 8 anni di militanza politica, ho meno speranze e più preoccupazioni.La mia principale preoccupazione non è aprire nuove fasi politiche nazionali, ma chiudere quella attuale, per aprirne una europea.Chiudere quindi questa transizione post-berlusconiana, con governi "tecnici" che ingrassano il malcontento, e la politica che vivacchia evitando responsabilità e progetti.Berlusconi nel 2011 ci ha lasciato con le pezze ai pantaloni, e il mondo anti-berlusconiano è stato incapace ad offrire una alternativa. PD prima di tutti.Vanno chiuse quindi le ferite di quell'epoca e va creata una classe politica che sappia unire su delle idee invece che dividere su dei falsi miti.Penso che questa mia preoccupazione, che prende la forma di un augurio, possa essere condivisa da molti.Se per chiudere la fase politica attuale si debba votare SI oppure NO, lo lascio decidere a voi.Io se voto è solo perché sarò fortuitamente a Genova, a Sestri Ponente, la sera del 4 Dicembre.Di certo però non bisogna schierarsi in questa melma chiamata Referendum.Se proprio qualcuno ha voglia di sporcarsi lo faccia con stile. Sottolinei gli aspetti positivi della propria scelta, invece che insultare gli altri. Inviti al dialogo e non alla distruzione dell'avversario.Io preferisco prenderla come un gioco, in maniera distaccata e scientifica analizzare i sondaggi, le campagne elettorali, il messaggio che portano e come lo sviluppano.Così, come se fosse un gioco, una partita da vedere nella gradinata dei distinti, faccio la mia scommessa.Dopo aver previsto con precisione al punto percentuale i secondi turno di Giugno 2016, dopo essermi mangiato le mani per non aver osato nel prevedere la Brexit, che davo per certa fino a metà Giugno, dopo aver ripetuto da Maggio che avrebbe vinto Trump (a onor del vero lo credevo vincente sui voti popolari e leggermente sopra sui "grandi elettori")...Per il Referendum Costituzionale del 4 Dicembre azzardo una vittoria del SI del 52,52%.Toccando tutto il ferro possibile, perché quelle sono elezioni serie, non le nostre farse italiane, scommetto anche sulla vittoria di Van Der Bellen (candidato dei Verdi, contro il candidato di estrema destra) alle Presidenziali Austriache del 4 Dicembre, stessa nostra data.Tra le Alpi si gioca il futuro dell'Europa perché il candidato di estrema destra propone un referendum sullo stile Brittanico. Come può l'UE reggere l'eventuale uscita di Vienna che è nel cuore del continente e adotta l'Euro, dopo l'uscita di Londra che è periferica e non è mai stata nell'Eurozona?Spero quindi di portare fortuna ai miei amici in Austria. Per il resto poco importa.La politica italiana offre piccole preoccupazioni e speranza alcuna.Questo è il poco che so.Alberto Spatola

Della Comunicazione politica e questi ballottaggi

00:00
Jun 19, 2016
Mia previsione nel pomeriggio, h 15,57 del 19/6Riflessione a caldo per la comunicazione politica.Non servono tanto le cose chic, fatte bene, serve più istinto, e capacità di osare, anche con ben poca raffinatezza. Ma l'importante è avere un messaggio chiaro, netto e coerente (mi piacerebbe dire anche un programma, ma è vero solo a volte).Vuoi candidarti perché di una parte, per marcare il territorio, stai pure a casa, non ti filerà nessuno.In mezzo a tante inquietudini questa può essere una buona notizia.Insomma è la democrazia, bellezza.P.S.: Nella foto un mio pronostico nel pomeriggio del voto, alcuni amici dicono che porti sfiga.Alberto Spatola

Aggiornamenti su la Riforma dei Municipi

00:00
Mar 16, 2016
La petizione non va a meraviglia, mentre il questionario, nonostante i numeri ridotti, da risultati interessanti che presto renderò pubblici (potete ancora firmare e compilare).E il dibattito cittadino sul tema prosegue, in maniera trasversale.Oggi alle ore 18 sarò presente alla Prima Commissione del Municipio MedioLevante (Foce, Albaro, San Martino, etcc...) per illustrare la proposta.Giovedì sera alle ore 21 presenterò l'idea dal Circolo PD Quinto-Nervi alla presenza dei militanti e di tre Presidenti di Municipio.Domenica 20 alle ore 17 sarò invitato all'iniziativa "Non sono uno struzzo" del Comitato di Possibile "La Rosa Bianca" presso i Giardini Luzzati.E anche altri incontri non pubblici che testimoniano l'interesse che sta suscitando.Quindi ora?Ora serve continuare a spingere sulla petizione che automaticamente manda email e chiama alle sue responsabilità i vertici dell'amministrazione genovese, come ha ben descritto Genova24, inoltre la discussione sta facendo breccia anche a livello di Commissione del Consiglio comunale, ma con soluzioni troppo timide.Quindi tutto bene, ma si può e si deve far di meglio!Alberto Spatola, il ConsigliereP.S.: Mi hanno fatto una video-intervista "Così vorrei cambiare i Municipi", lascio a voi giudicare il risultato ;)

Petizione e Questionario per sostenere e discutere la Riforma dei Municipi di Genova

00:00
Feb 15, 2016
Lunedì 8 Febbraio sono state approvate nel Medioponente le mie due Mozioni sulla riforma dei Municipi. E la cosa non è passata innoservata, c'è stato pure un bell'articolo in merito su Genova24. È stato però solo l'ultimo passo di un lungo percorso che deve continuare, prima l'idea l'ho presentata in Commissione, è stata poi approvata, dopo quattro riunioni, con modifiche significative, e infine discussa in Consiglio.Ma ora?Ora il Comune dovrebbe discutere e valutare la proposta, ma affinché questo avvenga ci si deve far sentire!Per questo ho creato una petizione a sostegno della idea e spero che anche tu voglia firmare con convizione.Puoi trovare la petizione"Rivoluzione a Genova, sostieni la Riforma dei Municipi!" qui.Ma non è un pacchetto chiuso, la proposta chiede un percorso dal basso che dia più rappresentanza. Non a caso sta facendo discutere molto. Quindi non vorrei che i dubbi, i suggerimenti e le idee si perdessero tra i commenti di Facebook. Per questo ho creato un questionario sui punti principali delle mozioni. Vuoi dire la TUA? puoi!Puoi compilare il questionario"Riforma Municipi di Genova, prendi parte alla Rivoluzione!" qui. Hai ancora dubbi sulla proposta?Spero di togliertene molti leggendo il testo dei miei interventi in Consiglio di Municipio:- il primo a sostegno della mozione generale di riforma dei Municipi, - il secondo a sostegno della mozione sul sistema elettorale dei Municipi. Grazie del sostegno!Alberto Spatola, il Consigliere

Mozioni su Riforma dei Municipi e sistema elettorale. Consiglio Medioponente 8-2-2016

00:00
Feb 08, 2016
Come narro da due post, uno per la presentazione l'altro per la votazione in Commissione I, sto portando avanti due mozioni che promuovono una radicale riforma dei Municipi genovesi.Oggi alle ore 14,30 ci sarà Consiglio municipale del Medioponente in cui verranno discusse per una approvazione, o bocciatura, definitiva, anche se ovviamente, se pur approvate rimangono proposta all'amministrazione comunale.La prima "Mozione su Riforma dei Municipi" chiede la realizzazione, come già previsto dallo Statuto del Comune, dell'Osservatorio sul decentramento per riformare in tempi certi la macchina comunale, attraverso un meccanismo dal basso che coinvolga tutti i Municipi.La seconda "Mozione su riforma del sistema elettorale dei Municipi" propone invece una puntuale riforma del sistema istituzionale ed elettorale dei Municipi genovesi.Già un primo merito questa proposta lo ha avuto, se prima il confronto era tra i corridoi, con a volte imbarazzanti silenzi tra diversi organi comunali, tra palazzi, ora inizia a filtrare il dibattito alla luce del sole essendoci stato un articolo su Genova24 in merito alla mia proposta.Porto avanti questa idea da oltre un anno ed è protocollata da mesi, ma grazie questo articolo ho visto molti miei contatti, e non solo, discutere del sistema elettorale proposto.I punti che più hanno fatto discutere e hanno lasciato perplessità son stati il voto agli immigrati, ai sedicenni e il premio di maggioranza alla lista invece che alla coalizione.Noto con piacere che la doppia preferenza uomo/donna non crea più troppi stupori, anzi, in ogni caso ho letto le varie critiche e discussioni e spero domani, nella presentazione, di saper uscire dai singoli elementi tecnici e saper dare delle esaurienti spiegazioni, politiche.Spero di avere il video degli interventi. Non convincerò tutti, poco ma sicuro, ma iniziamo a discutere.Ora Genova!Alberto Spatola, il Consigliere

I Commissione finale (!) su Riforma dei Municipi

00:00
Jan 11, 2016
Mercoledì vi sarà (forse) l'ultima tappa della discussione in I Commissione del Medioponente su le due Mozioni da me presentate in merito alla Riforma dei Municipi.Rispetto alla versione inizialmente depositata vi son state numerose modifiche, ma non stravolgimenti, sono state principalmente tolte alcune cose troppo "eccentriche", alcuni cambiamenti per avvicinarsi al sentire trasversale e molte migliorie.A Novembre avevo pubblicato qui le mozioni e relativa spiegazione.Aggiungo a fine post il link alle mozioni, nella ultima versione utile, comunque non ancora definitive e per chiarezza c'è da sapere che, se approvate in Commissione, dovranno pur essere approvate dal Consiglio Municipale e a quel punto non saranno norma comunale, ma solo una proposta del Medioponente al resto della città, so però che anche altri Municipi stanno lavorando a proposito.Mozione su riforma dei Municipi Mozione più generale che promuove un percorso per elaborare in tempi certi una riforma nel campo delle deleghe e l'amministrazione, e nel campo istituzionale ed elettorale;Mozione su riforma del sistema elettorale dei Municipi Mozione specifica sulla riforma istituzionale ed elettorale dei Municipi, poiché l'attuale sistema non è in grado di affrontare il mutato contesto politico e presenta altri difetti a cui è necessario porre rimedio, ma in questa proposta si va anche oltre volendo dar nuovo protagonismo ai Municipi e allargando l'elettorato a migranti e sedicenni.P.S.: I simboletti a lato, nei due documenti della mozione, sono a segnalare le parti modificate nel corso della discussione.P.P.S.: Approvate quest'oggi entrambe le Mozioni, con maggioranze diverse.Trovate qui il testo definitivo della "Mozione su riforma dei Municipi",mentre il testo della "Mozione su riforma del sistema elettorale dei Municipi" è disponibile qui.Alberto Spatola, il Consigliere del MedioPonente     

2015

Riforma dei Municipi di Genova. Ri-Forma che è anche Ri-Sostanza.

00:00
Nov 25, 2015
Quest'oggi presenterò in Commissione I (prima) del Municipio Medioponente due mozioni.La prima più generale su una riforma di tipo istituzionale dei Municipi genovesi.La potete leggere qui.La seconda invece specifica sulla riforma del sistema elettorale dei Municipi.La potete leggere qui.Volendo ho anche preparato delle slide esplicativ-divulgative che potete vedere qui. Sono molto più di semplici proposte di Riforma, come detto, sono sostanza!Sono due mozioni separate, ma collegate. La prima è soprattutto di metodo, chiedendo a gran voce che i Municipi vengano riformati, altrimenti è meglio chiuderli, dando nuove competenze e che questo cambiamento sia guidato dal basso, non da qualche ufficio senza consenso politico.Per dimostrare che questa riforma si può fare e che i Municipi sono pronti ad avanzare idee, e non solo mugugni, si propone come riformare l'attuale sistema elettorale, "il colabrodum", perché fa acqua da tutte le parti. L'attuale sistema piega le istituzioni ai Partiti e agli accordi, col rischio di rendere i Municipi, istituzione più prossima, ingovernabile e schizzofrenica.Nel concreto si chiede che vengano date ai Municipi le competenze già previste dallo Statuto del Comune di Genova, ma che non sono in grado di svolgere per mancanza di fondi.Per esempio rafforzare le aree tecniche, che quando si rompe una finestra in una scuola o in un asilo è un dramma capire chi riesce e deve ripararla.Per esempio, vista la mancanza cronica di risorse, fare un regolamento comunale del volontariato, chiaro e semplice, che consenta ai cittadini di aiutare i Municipi in opere di piccola manuntenzione, cosa spesso difficile da portare avanti per problemi burocratici. Nel Medioponente lo abbiamo provato per la pulizia dei rivi, tema fondamentale.Chiediamo poi che il sistema elettorale sia uno strumento di democrazia e non di spartizione del potere (per cui provate a leggere e non a sbuffare pensando che sia solo politichese) quindi si propone:- possibilità di voto a tutti gli immigrati con permesso di soggiorno, e possibilità di voto per i sedicenni.- Doppia preferenza che sia uomo/donna, come è già ora per i Comuni, perché non c'è migliore cambiamento di quello di una onda rosa nelle istituzioni!- Elezione diretta del Presidente di Municipio, com'è adesso per Sindaco e Presidente di Regione (quindi con voto disgiunto, ma in questo caso con schede separate).- Premio di maggioranza che tenga conto dell'affluenza, perché va bene governare, ma qualcuno si deve pur rappresentare!- Introduzione di un limite di mandati non solo per il Presidente, ma anche per i Consiglieri. Tre mandati e poi ci sono tanti giovani attivi nei quartieri che possono dare il loro contributo.- Diminuzione dei Consigli municipali da 24 a 19 membri, in linea con le diminuzione avvenute per i Comuni.- Basta coi ribaltoni! Possibilità di sfiduciare il Presidente solo e soltanto se si ha un nome alternativo, invece di fare i congressi di Partito nei Consigli sulle spalle dei cittadini.E molto altro ancora più in dettaglio che potete vedere nel testo integrale.Ritengo che sia un tema fondamentale, da cui dipenda il futuro della città.Alle scorse elezioni, del 2012, per i Municipi e il Comune di Genova ci son state due novità fondamentali: una maggioranza in Comune trainata dalla "sinistra arancione" e i tanti giovani nei Municipi, premiati da molte preferenze, portatori di una forte carica innovatrice.Io penso che questi giovani siano stati o cooptati o isolati (per quanto mi riguarda hanno provato a cooptarmi e infine isolato) e che la "sinistra arancione" almeno a Genova stia faticando di fronte alla sfida del governo.Molto è dovuto ad errori delle sinistre e dei giovani, ma il vero limite è la macchina del Comune, anche quella istituzionale.Per cui riformarla è una questione di sostanza, non fuffa!Disponibile ad ogni tipo di confronto sul tema, di chiarimento e aggiornamento.Grazie se avete letto fino a qua!Alberto Spatola, il Consigliere del Medioponente

Giovani e Genova. Non chiedeteci di restare, andate voi in soffitta.

00:00
Nov 04, 2015
Ieri su Primocanale si chiedeva ai giovani di non scappare da Genova, ma di cambiarla.Insomma di votarsi ad una causa persa, sacrificando se stessi in una città bella, ma...Perché adesso questa chiamata, sempre solo quando si balla sul baratro dell'emergenza, reagendo così in modo scomposto, spingendoci ancora un po' più giù, Perché?Ai giornalsti piacerà il pathos, la storia, la lotta, ma questa città chiede di non essere svegliata, vuole i giovani per pulire le cantine per la prossima possibile alluvione, ma se i primi e i secondi erano "angeli del fango", i prossimi saranno simbolo di disperazione di una città immobile che vede il futuro come un fastidio, il presente come uno ostacolo, il passato come rifugio.Questo non vuol dire darsi al disimpegno e girare le spalle alla nostra città, ma essere realisti, e non chiedere ai giovani genovesi di spendersi per cause superiori destinate a bruciare le speranze e le vite.Smettiamola di fare appelli vuoti, generazionali, che nascono dall'inconscia voglia di scaricare le colpe su chi se ne va, ma presentiamo progetti e idee per Genova che possano impegnare i nostri tempi liberi, unire utile e dilettevole.Perché salvare Genova deve essere un passatempo, non di più, non un "lavoro" visto che dopo poco questa città ti metterà in cassa integrazione, licenzia.E se vogliamo trovare un nemico per ragioni sceniche, teatrali, non ammoniamo chi se n'è andato da Genova e l'Italia o sta per farlo, ma quel tappo, quella crosta, peggio della macaia, che copre Genova, fatta di vecchi dinosauri, ma non solo, e se non vogliamo mandarli in cantina, che è allagabile, mandiamoli in soffitta.Alberto Spatola

Sono un abusivo, dimissioni dal Partito.

00:00
Oct 20, 2015
Questa la lettera che ho oggi presentato in Assemblea PD Genova: --- Sono un abusivo.Sono un abusivo perché ormai senza casa politica, di fronte agli sconvolgimenti delle ultime regionali ho detto che i dubbi sono il metro del mio pensiero.Poi ho iniziato a far chiarezza cogliendo l'opportunità di una distanza voluta e ora ricercata.E mi è chiaro come il PD sia un Partito ormai perso e che a sinistra non sta nascendo nulla di utile, quindi, come avrei voluto fare durante la campagna elettorale, è arrivato il momento che mi dimetta da organi che sto occupando abusivamente essendo ormai senza casa politica e avendo preso una decisione chiara col voto di Maggio: non aderire ad altri soggetti, ma scegliere liberamente, senza appartenenze.Mi sono illuso che questa mia voglia di libertà potesse essere contagiosa e facesse nascere una rete di indipendenti di centrosinistra che anteponessero Genova ai giochi di palazzo, alle sigle.La città declinante prima del palazzo marcio, sarebbe arrivato il momento di pensare a Genova, Ora Genova, ma siamo invece sempre più condannati alla dittatura del presente, alla mancanza di prospettiva, sempre più intenti a costruire carriere e accordi, invece che popolo e idee.Per cui formalizzo le mie dimissioni dalle Assemblee provinciali e regionali del PD di Genova e Liguria, le mie dimissioni dal direttivo del Circolo PD di Sestri Ponente e comunico che non rinnovo la tessera dell'anno 2015.Rendo noto il fatto, per iscritto, al Segretario, del territorio di Genova, Alessandro Terrile.Chiedo che comunichi, a chi di dovere, per quanto compete l'assemblea regionale e il direttivo del PD di Sestri Ponente, mettendo a conoscenza gli iscritti ai Circoli PD di Sestri e Cornigliano.Da ultimo mi sono definito un "attivista a chiamata" che sogna di mettersi in proprio.Il mio impegno sarà in questo senso: spendermi per singoli progetti che valgano la pena. L'ultima "chiamata" a cui devo, con piacere, ancora rispondere è quella di 413 cittadini del Medioponente che mi hanno eletto Consigliere di Municipio votando me e il Partito Democratico.Per questo continuerò a svolgere il mio compito di Consigliere nelle file del gruppo del Partito Democratico del Medioponente, da indipendente, e continuerò a contribuire economicamente al Partito con la parte di "gettone di presenza in Consiglio" che gli spetta come accordato nel 2012.Sempre che questo sia accettato, perché come si può capire di fare l'abusivo non ho nessuna intenzione, per cui mi si faccia sapere chiaramente se un battitore libero è sopportato, io non ho remore ad allontarmi ancora un po'.Questa politica non offre possibilità di cambiamento e azione: è speculazione finanziaria fatta consenso, in cui ognuno mi dice di fare carriera o di provare a cambiare le cose, e quando chiedo come, mi si inizia a parlare di "presidiare il fortino" o di "fare le scarpe" a qualcuno. Preferisco rimanere coi piedi per terra, con le mie scarpe e non essere più un abusivo.Così senza tetto per essere capace di guardare il cielo.L'ultima volta che l'umanità il cielo lo ha guardato è andata sulla luna.Quando torneremo a farlo anche noi?Io ora.Alberto Spatola

Post inutile per gente inutile, dei referendum e altre magagne

00:00
Sep 08, 2015
Avviso ai naviganti, questo post è scritto solo come atto di narcisistica chiarezza e trasparenza con un tocco di generosità per i tanti pettegoli della politica.Ebbene si oggi ero al banchetto referendario di Possibile in Via Sestri.Non ero ad organizzare, ma un amico mi ha chiesto di dare una mano, e visto che potevo, mi sono messo a disposizione e dopo due ore di raccolta firme mi son sentito di dirgli grazie, perché mi ha fatto fare qualcosa di costruttivo e buono.Sono quindi in Possibile, il movimento fondato da Giuseppe Civati, e altri, uscendo dal PD? Assolutamente NO.I referendum non li ho nemmeno firmati tutti e otto, ma solo sei (quelli sulla legge elettorale non mi convicono, 'sta legge elettorale e la riforma costituzionale a me garbano vagamente).Questo è quanto, non c'è altro da aggiungere, altro non è cambiato. Per le voci di corridoio e i veleni c'è sempre spazio quindi non mi dilungo, e se qualcuno vorrà firmare firmerà, io sono soltanto "un attivista a chiamata" che sogna di mettersi in proprio.Alberto Spatola, con disillusione

Scommessa persa, Ora Genova!

00:00
Jun 06, 2015
Le analisi si sprecano, i litigi da asilo anche, insomma la bruttissima campagna elettorale ligure sta proseguendo sotto nuove forme ancora più acide e sterili dovute al fatto che ormai le urne sono chiuse e la cruda realtà si presenta sotto forma di dati assoluti e percentuali, ma alla fine non è molto diversa da quella che si respira per strada. Io ho fatto una scommessa, un salto fuori dal cerchio, ho votato Rete a Sinistra, e quella ha perso, non miseramente, ma ha perso. Non ci voleva un esperto per capirlo, bastava seguire le ultime settimane di campagna, molti come me, di fronte alla sfaldamento generale, si sono rifugiati in un voto personale, ma di progetti politici per la regione non se ne sono visti. Tutto è stato un enorme concorso di bellezza, un carrozzone di proclami e collocamenti politici nazionali, ha vinto nelle urne quello più aggressivo e unitario, e come al solito ha vinto il “fuori urna”, l'astensionismo, quasi il primo “partito” in assoluto. Quel che sarebbe servito era un progetto per la Liguria e per il suo capoluogo, Genova. Perché è il momento di pensare meno alle etichette e più alla città: ora Genova! C'è un filo rosso nel centrosinistra, anzi un intreccio di diversi colori, fatto di persone che a volte non votano, che restano intorno al PD e alleati se questi sanno produrre qualcosa di nuovo e promettente, come per esempio è apparso Doria nel 2012, ma che se la proposta di centrosinistra non è indipendente dai soliti giochi di potere votano altrove, magari i 5 Stelle, oppure Musso, e se hanno pelo sullo stomaco si rifugiano sempre nel solito voto, tra mille disillusioni e alla ricerca di una buona preferenza da dare. Qualcosa di molto simile a “Fantozzi al voto”. A questi indipendenti di centrosinistra bisogna dar voce non con una rete di interessi e personalismi, ma con un progetto per Genova! Indipendenti perché mettiamo la città al primo posto, di centrosinistra perché sappiamo che bisogna uscire fuori da una politica fatta di egoismo, malaffare e concentrata solo sul presente, e invece dobbiamo portare avanti un ABC semplice e chiaro: Ambiente, Benessere e Chiarezza delle regole. Ambiente perché serve un piano di sicurezza del territorio, non bastano alcune infrastrutture fatte con mille ritardi, ma un forte sostegno al lavoro e a reti d'imprese al fine di investire sul nostro verde in maniera utile a tutta la città e la sua qualità, Benessere perché Genova e la Liguria sono tra le parti d'Italia col peggiore servizio per i pendolari, perché Genova è la città più vecchia d'Italia, ma si continuano a smantellare i servizi alle persone e ogni discorso sul trasporto pubblico locale diventa una trincea tra pubblico e privato, senza accorgersi che abbiamo perdite in società come “Genova parcheggi” che dovrebbero avere insegne d'oro, grazie alle strisce blu e invece hanno i conti in rosso, per cui sarebbe l'ora di riordinare Genova e le sue “partecipate” pensando al servizio e alle persone, Chiarezza delle regole perché non possiamo avere 9 Municipi che servono solo come parafulmine politico e amministrativo per Palazzo Tursi e nessuna chiarezza sul chi ha responsabilità tra uffici e politici, perché è grazie a questa confusione che nasce l'abusivismo, le mafie proliferano e di riflesso fanno breccia le “ruspe leghiste” che colpiscono i deboli (colpevoli e non colpevoli) e fanno finta che le mafie non vi siano (ROMeridionali penseranno), quando invece “basterebbe” chiarezza e rispetto delle regole. Io voglio portare avanti questo progetto, penso che ora sia il momento per Genova. L'altra sera in quel di Lubiana durante una cena da me preparata ci siamo confidati tra Erasmus italiani, che ci era venuta voglia di scappare all'estero, ma ora che si avvicina il ritorno a casa, sta salendo la voglia di lottare in Italia. Lo stesso è per me, e vorrei portare avanti un progetto capace di riportare a Genova ragazzi e ragazze andati via e attirare anche nuovi talenti. Per cui non mi importa delle possibili epurazioni, assemblee in corso, cantieri per nuove sinistre (come sempre al plurale senza pluralità), quando tornerò troverò il modo di incontrarmi con tutte le persone, gli amici con cui ho condiviso momenti di vita politica e non solo e deciderò come portare avanti al meglio un progetto indipendente di centrosinistra per Genova, perché ora Genova!Alberto Spatola