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Come faccio le mie previsioni elettorali... In sintesi parto dai sondaggi e ci aggiungo un po' di fantasia.
Ci sono diversi elementi per cui i sondaggi a volte non ci azzecano: i voti all'ultimo minuto, la "timidezza" ad esprimere il proprio voto, campagne elettorali brillanti o particolarmente scadenti, e nel caso italiano il voto di scambio e gli italiani all'estero.
Capire come tutti questi elementi si allineano fa parte della fantasia personale che ci metto.
I sondaggisti sono pienamente consapevoli di tutto ciò e per quanto possibile "ritoccano" i loro numeri, ma sempre dai dati devono partire, io vado appunto di fantasia, ma cercando di rimanere comunque legato ad elementi oggettivi, per cui difficilmente mi avventuro in previsioni molto al di là dei margini di errore statistici.
Per esempio...
Trump.
Guardando i sondaggi si vedeva uno scarto tra i sondaggi effettuati con operatore fisico e quelli con voce pre-registrata o via internet, nel secondo caso Trump guadagnava l'1,5% in più. Una enormità che se si considerava come termometro politico, trasformava tutti gli Stati in bilico in Stati alla portata di Trump. Ma questa timidezza nel dire che si sarebbe votato Trump si poteva far più sentire ancor di più nel MidWest (Detroit etc...) dove erano tradizionalmente democratici e quindi votare Trump era meglio farlo in silenzio. Se quindi si guardava alla forbice statistica Trump per un pelo poteva strappare il numero di delegati necessari per vincere. Io ho scommesso su questo perché c'erano anche molti altri segnali in questo senso. Poiché, in sintesi, Trump è memetico, è un personaggio e si parlava solo di lui.
Hillary ha portato avanti un messaggio vincente e ha parlato della sua America solo e soltanto durante la Convention Democratica, che è stata un capolavoro, prima e dopo invece attaccava Trump in maniera scomposta e infiammando solo un microtarget di femministe cittadine. Mentre Trump impazzava tra la sua larga constituency di maschi bianchi non laureati.
Ma arriviamo alla prima scottatura nel far previsioni che ho preso in questo 2016: il Referendum Costituzionale del 4 Dicembre.
Anche qui in sintesi, è l'unica elezione che mi son messo a prevedere per cui ho anche votato, quindi l'essere elettore ha fottuto il mio voler far analisi.
Avevo colto che nella mia sfera, i giovani e a Genova, il NO sarebbe andato assai bene e la sensazione era sostenuta da molti dati. Credevo però di essere immerso nella punta dell'iceberg del NO e che il resto del paese si sarebbe fatto condizionare all'ultimo minuto da altri elementi.
Dall'effetto Brexit.
No, no, non intendo la paura di cataclismi. 'Ste cose le lascio a Benigni. Intendo che il fronte del RemaIN nel Regno Unito ha scontato non avere una strategia comune ed essere rappresentato da un fronte variegato. Lo stesso era per il NO.
Come ho detto a Genova e tra i giovani lo scontro era PD-M5S, ma altrove pensavo si fosse imposto lo schema Renzi contro l'accozzaglia politica.
Invece in maniera sotteranea la rabbia sociale si è trasformata in votiamo NO e "Renzi a casa". Una roba un po' fuori tema per un Referendum Costituzionale, che era prevedibile se si fosse registrata nei sondaggi l'alta affluenza che ci è stata. Ma non è vi è stato sentore, così ho capito di aver "ceffato" la previsione nel tardo pomeriggio di Domenica, quando si è colto una affluenza da elezioni politiche. E a quel punto era chiaro il risultato perché "è più credibile un mega fanculo a Renzi che una mega cessione di sovranità per far argine ai mostri che possono sorgere col NO" (il virgolettato è un messaggio che ho mandato a diversi amici ad ora di cena per dire che il NO stava vincendo a mio parere).
Altri dettagli mi hanno fatto propendere per una vittoria del SI, per esempio di questi tempi fa brutto dire che si sta col governo, quindi col SI, lo dici se mai silenziosamente nell'urna. Ma invece in questi tempi di polarizzazione i Renzi-boys erano tutti allo scoperto e molti silenziosamente nel centrosinistra hanno anteposto la Costituzione al Governo e il M5S ha confermato, nonostante faccia campagne elettorali di scarsa qualità se pur coccolose (e.g. leggasi Dibba in moto), di avere una cosa fichissima: l'egemonia culturale.
Ma in mezzo a molte reazioni post-referendum scomposte, piene di insulti per l'altra parte, vorrei far emergere due elementi che la politica non dovrebbe mai perdere di vista.
Un aspetto molto serio, a cui nessuna formazione da risposta, al massimo un po' di sfogo, cioè il disagio sociale. Disagio che è evidente ed è stato ben fotografato da YouTrend che sottolinea come "Nei 100 comuni italiani con più disoccupati ha vinto il NO con il 65,8%, nei 100 con meno disoccupati ha vinto il SÌ con il 59%."
E poi un aspetto più di folklore e colore ...smettiamola (a partire da me stesso) di dire che in Italia ci sono i moderati. "L'elettorato non è moderato, è smodato (...)" (mettete il video in loop, così ce lo fissiamo bene in testa).


P.S.: Sembra, a mio parere, che Mattarella stia conducendo bene questa crisi di Governo, quindi forse non si è azzardato troppo votando NO.
Ma vedremo che ci riserva il futuro. Io confermo il mio augurio subito dopo aver votato.
" Comunque vada, domani si spera di vedere entrambe le bandiere sventolare #EU #Italia #HoVotato "