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Start
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Io voto “la persona”, ma si può?
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Ciao!
Stai ascoltando “Il voto nello stivale”.
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Sono Alberto Spatola, e questo è un podcast per navigare questa campagna elettorale
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verso il voto del 25 Settembre.
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In un periodo di sempre maggior sfiducia verso la politica
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è frequente sentir molti dire che “votano la persona”.
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Perciò la domanda spontanea è quanta influenza ha il voto di ciascuno di noi nel scegliere chi va in Parlamento.
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Proviamo a rispondere, e capire se ha senso questo atteggiamento.
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Ma prima serve una veloce
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panoramica delle istituzioni italiane e della legge elettorale.
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Il contesto e le regole del gioco.
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Partiamo dai fondamentali.
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Tutti gli elettori (maggiorenni, senza distinzioni) avranno due schede.
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Una per la Camera e l’altra per il Senato.
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Quando si dice Parlamento si intende i due organi assieme,
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che fanno pressoché le stesse cose (fanno le leggi e danno la fiducia al Governo)
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ma in parallello, separatamente.
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Per capirsi, i due palazzi dove Camera e Senato si riuniscono sono entrambi a Roma,
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Camera dei Deputati | Flickr account
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ma a mezzo chilometro di distanza.
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E così il 25 Settembre eleggeremo con una scheda 
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i 400 Deputati che siederanno alla Camera, e con l’altra scheda i 200 Senatori che saranno al Senato.


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Senato della Repubblica | Account Flickr Palazzo Chigi
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Se volete quindi volete “votare la persona”
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il primo passo è essere consapevoli che voterete per due elezioni parallele, differenti.
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::
Avrete un solo voto per ognuna delle due schede.
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E così arriviamo alla legge elettorale,
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::
il cosidetto Rosatellum con cui abbiamo già votato nel 2018.
02:20
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In Italia, da quando sono nato, cambiamo legge elettorale quasi come fossero mutande.
02:24
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Abbiamo votato tre volte (94, 96, 2001) col Mattarellum e poi via;
02:27
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Sergio Mattarella, 1993 | da Il Sole 24 Ore
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abbiamo votato tre volte (2006, 2008, 2013) col Porcellum e poi via;
02:34
::
Governo Berlusconi III | Archivio Quirinale
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e adesso è la seconda volta che si vota col Rosatellum.
02:42
::
Insomma, votare per il Parlamento è un “colabrodum”, ed è normale sentirsi persi.
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La promessa di chi scrisse il Rosatellum non era di far scegliere i parlamentari agli elettori,
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::
ma di rendere trasparente quali persone i Partiti stessero proponendo.
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Le cosidette “liste corte”,
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cioé se voti un Partito puoi capire chi stai votando guardando i nomi sulla scheda elettorale a fianco a quel Partito.
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Possiamo dire che “votare la persona” è molto difficile,
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::
ma con questa legge elettorale, si sa, almeno in parte, 
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::
votando un Partito, quali  “persone” si stanno votando.
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::
Due elementi però complicano il tutto.
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L’effetto flipper e i collegi uninominali con le relative alleanze.
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::
L’effetto flipper è estremamente complicato,
03:40
::
ma possiamo dire che è un po’ come un sasso in uno stagno:
03:45
::
nella tua Regione, o un pezzo della tua Regione, il tuo voto ha molta influenza
03:51
::
cioè contribuisce ad eleggere quelle persone, nell’ordine, che vedi sulla tua scheda.
03:59
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E questo è il primo cerchio del tuo sasso, il tuo voto, nello stagno.
04:03
::
Però il tuo voto aiuta il Partito che voti anche un po’ a livello nazionale,
04:11
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quindi se voti il “Partito delle ciambelle” (tranquilli non esiste)
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che nella tua area candida, nell’ordine, cioccolato, pistacchio e caramello 
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::
aiuti soprattutto cioccolato e forse pistacchio ad andare in Parlamento.
04:28
::
Ma un pochettino aiuti tutte le altre “creme” candidate in altre zone d’Italia.
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::
E questi sono gli altri cerchi che il tuo sasso, il tuo voto, andrà a creare nello stagno delle elezioni.
04:41
::
In poche parole puoi sì votare “le persone”, ma non dimenticarti di che partito fanno parte.
04:50
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Però attenzione, attenzione, il Rosatellum è un sistema misto,
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::
cioé con un voto influenziamo due meccanismi paralleli:
05:05
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quello proporzionale e quello maggioritario.
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::
Spiego meglio, circa 2 parlamentari su 3 sono eletti con un sistema proporzionale, cioè a seconda di quanti voti prende il loro Partito,
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::
Binnenhof, Parlamento dei Paesi Bassi eletto col sistema più propozionale dell'UE | Wikipedia
Alt:

05:19
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mentre circa 1 su 3 con sistema maggioritario per coalizioni, cioé chi ha un voto in più vince.
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::
House of Commons in UK, eletta col più classico dei sistemi maggioritari | UK Parliament - Flickr
Alt:

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Aiutiamoci con un esempio, una storia.
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Immaginate di organizzare una festa gigantesca per bambini, le elezioni.
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Una festa assolutamente bizzarra, tutto ruota intorno a due buonissime torte,
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torta Camera e torta Senato, e il gioco è scoprire quanto di queste torte i bambini mangeranno.
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Contare il numero dei bambini, i Partiti, e dividere in parti uguali non è un’opzione. Troppo semplice.
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::
E allora prendi la tue due torte e le dividi.
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::
La torta Camera è formata 400 fette, la torta Senato è da 200 fette.
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245 fette della torta Camera e 122 fette della torta Senato vengono date a seconda del peso dei bambini.
06:32
::
I bambini sotto i 3 kg non possono mangiare questa parte della torta, troppo zucchero, c’è lo sbarramento per loro.
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Ma attenzione i bambini hanno uno zaino in cui ogni adulto della festa può mettere un sassolino che farà aumentare il loro peso.
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::
Gli adulti, gli elettori, sono divisi in varie stanze a seconda del quartiere di provenienza, i cosiddetti collegi,
07:01
::
e i bambini girano tra le stanze lasciando che gli adulti mettano il loro sassolino nei loro zaini.
07:08
::
Fatto ciò, in ogni stanza, i bambini si pesano con i loro zaini.
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I bambini a seconda del loro peso mangiano le fette che sono messe in palio stanza per stanza.
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Una volta finito il giro delle stanze
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245 fette della torta Camera e 122 fette della torta Senato
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sono sparite, pappate dai bambini.
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Rimangono adesso 147 fette della torta Camera e 74 fette della torta Senato.
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E queste verranno assegnate con varie sessioni di “tiro alla fune”, una per ogni fetta.
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::
Per cui i bambini dovranno dividersi in squadre,
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sempre le stesse per ogni fetta, ogni competizione.
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Queste sessioni di “tiro alla fune” sono i collegi uninominali.
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Magari hai già sentito parlare di collegi uninominali e quello che sai è che chi ha un voto di più vince.
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Anche col Rosatellum è così ma un po’ più complesso.
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Torniamo alla nostra strana festa con le due torte,
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sono rimaste 147 fette della torta Camera e 74 fette della torta Senato.
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I bambini, i Partiti, hanno nei loro zaini gli stessi sassolini, i voti, di prima.
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Ma adesso i bambini sono organizzati in squadre.
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Essendo “tiro alla fune” il modo più efficiente sarebbe organizzarsi in due grandi squadre,
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ma non è facile per dei bambini mettersi d’accordo.
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Così abbiamo due squadre principali, centrosinistra e destra, ma anche altre squadre,
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che cercano di tirare la corda a sé con poche speranze, almeno a questo giro.
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Le squadre tornano nelle stanze,
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ogni stanza prevede un certo numero di tiri alla corda e per ogni tiro alla corda una fetta,
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un Deputato o un Senatore, una Deputata o una Senatrice.
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Ma le fette di torta non si possono dividere, sono persone, deputati e senatori,
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::
così a mangiarla è solo il bambino che sta in fronte alla squadra vincente,
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::
e chi sta in fronte può cambiare ad ogni giro di “tiro alla fune”,
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ma le squadre no, rimangono sempre le stesse.
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::
Tutte le fette sono state date ai bambini,
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::
adesso sono sazi e appagati, qualcuno di più, e qualcuno di meno.
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Alcuni sono rimasti a bocca asciutta.
10:00
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Ma è arrivato il momento d’uscire dalla metafora.
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Come facciamo noi elettori a votare “la persona”?
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Quelle sfide di “tiro alla fune”, i collegi uninominali,
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sono fondamentali per chi vuole votare scegliendo “la persona”.
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Per cui è importante sapere in quale squadra sta il Partito che vuoi votare.
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E chi è il candidato o la candidata a capo della squadra nella tua porzione di territorio.
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Se nel tuo territorio non è chiarissimo se la destra o il centrosinistra è in vantaggio,
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sapere chi sono i candidati delle due alleanze, sia per la Camera che per il Senato,
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è un passo fondamentale per “votare la persona”.
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È arrivato il momento di fare esempi reali per capire meglio come ciò può accadere.
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Prenderemo ad esempio la Liguria.
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Eccoci in Liguria, a Genova per la precisione.
Ci svegliamo, è il 25 Settembre, andiamo al bar, focaccia e cappuccino.
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Focaccia genovese | Wikimedia
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E poi a scuola, tanti elettori pronti a votare.
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Gli elettori hanno di fronte a loro la scheda per votare per la Camera,
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e quindi eleggere i Deputati che rappresenteranno la Liguria.
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Vicino ad ogni Partito c’è una lista, nel caso della Liguria, di 6 nomi, “le persone” che ogni Partito nell’ordine vorrebbe mandare a Roma.
11:45
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Ma solo chi è più in alto ha veramente possibilità.
11:50
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Tutto dipende dall’ordine in quella lista di nomi vicino al Partito.
11:55
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Inoltre, sopra alle coalizioni di Partiti,
12:00
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c’è il nome del candidato o la candidata per il collegio uninominale, quindi un solo nome.
12:07
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Nel caso della Liguria, per la Camera, il territorio è diviso in quattro porzioni,
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quindi non tutti i Liguri avranno lo stesso nome per l’uninominale sopra i Partiti alleati.
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Quattro persone, una per ogni zona della Regione:
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due porzioni sono gli estremi di Levante di Ponente, e altre due porzioni sono buona parte della Provincia di Genova divisa in due.
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Collegi uninominali per la Camera in Liguria | immagini da Wikipedia
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Attenzione però ora abbiamo di fronte la scheda del Senato,
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il meccanismo è lo stesso, ma i numeri e i collegi uninominali sono ben diversi.
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Vicino ad ogni Partito i nomi per il Senato sono solo tre
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e per l’uninominale, l’intera Regione è divisa in due grandi porzioni, e con essa così anche la città di Genova è divisa in due.
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Collegi uninominali per il Senato in Liguria | Immagini da Wikipedia
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Una differenza fondamentale.
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Un genovese alla Camera si ritrova in una porzione di territorio ben diversa rispetto al Senato.
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Alla Camera un genovese vota in un territorio dove destra e centrosinistra sono relativamente testa a testa
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e quindi il voto di ogni genovese è molto influente per l’elezione dei candidati nell’uninominale.
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Alla Camera un genovese può effettivamente votare “la persona”,
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ogni voto per la destra o il centrosinistra ha una grossa influenza sull’esito.
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Mentre per il Senato la divisione della Liguria è tale che la partita è relativamente chiusa,
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la destra è pressoché certa di vincere.
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In sintesi, al Senato, in Liguria, è molto più difficile votare “la persona”.
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Se andiamo invece fuori dalla Liguria
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possiamo vedere come la partita dei collegi uninominali è aperta solo in poche porzioni dell’Italia.
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Solo alcuni dei collegi uninominali che si trovano in Emilia-Romagna, Toscana, Trentino
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e nelle maggiori città italiane, con le loro periferie
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(Torino, Milano, Roma, Napoli e come abbiamo visto Genova).
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Siamo alla fine di questo viaggio nel come votare e come “votare per la persona”.
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E la domanda è ancora aperta, si può votare la persona?
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Probabilmente vi siete già dati una risposta. Negativa.
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E per quanto uno s’ingegni nel comprendere i meccanismi del voto,
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e come influenzarli con una scheda, sembra proprio essere così.
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Non si può votare “la persona”.
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Ma forse la vera domanda è quando la politica sarà in grado di farci votare per delle idee,
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dei progetti su come far avanzare il nostro paese,
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con regole più semplici per cui la voce di ognuno di noi sia più facile da far sentire.
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Hai ascoltato “il voto nello stivale”, un podcast di Alberto Spatola.
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Per ogni domanda e curiosità sono qui per te.
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A presto!
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