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Emanuele: Ciao ed eccoci di nuovo insieme per un altro episodio del podcast Prossima fermata: inglese. Nella puntata di oggi partiremo alla volta di Hong Kong.
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Sono Emanuele e in questo podcast ti porterò con me in un viaggio virtuale. In ogni episodio ascolteremo insieme una storia proveniente dal mondo anglofono. Ti darò delle informazioni sul contesto oppure delle piccole dritte sulla lingua, ad esempio su un tema grammaticale. Ma attenzione, perché questo non è un podcast sulla grammatica. La cosa più importante è che tu ti diverta in compagnia delle nostre storie!
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E non ti preoccupare se non riesci a capire tutto la prima volta, è normale! Ascolta l'episodio anche due o tre volte e vedrai che andrà sempre meglio. Inoltre, se preferisci, puoi leggere anche la trascrizione che trovi sul sito www.babbel.com/podcasts.
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Oggi Joanne ci racconterà un aneddoto sulla sua terra d’origine, Hong Kong. Il territorio di Hong Kong è stato una colonia britannica fino al 1997, e l’inglese è una delle sue tre lingue ufficiali. Nella vita di tutti i giorni, però, la gente usa soprattutto il cantonese, una variante del cinese. E a volte questo miscuglio linguistico finisce per creare delle situazioni divertenti…
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Joanne: I once met a British guy, his name was Brian. 
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He was new to Hong Kong and a friend said, "You should have a Cantonese name!"
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In Hong Kong, you can call yourself what you want. On identity cards there’s space for a Cantonese name and an English name, and foreigners can choose any Cantonese names they like.
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FRONT OF MACAU ID CARD
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Some Westerners give themselves crazy Cantonese names, like the student that called himself “angry urchin”. An urchin is a dangerous sea creature. It’s a weird thing to call yourself I think.
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Some Chinese people also give themselves weird English names like “Glacier” or “Apple”! “Sunny”, “Smile” and “Cherry” are also very common. Westerners find this quite funny. I mean, “Cherry” is not a name you hear every day, right?
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Alt:

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Emanuele: Hai mai pensato di cambiare il tuo nome di battesimo? O magari di avere un secondo nome? A Hong Kong è possibile. Joanne mi ha persino detto che qui i bambini si scelgono un nome inglese non appena iniziano a imparare la lingua inglese. Di solito, però, non si scelgono nomi britannici tipici, ma preferiscono usare parole che hanno un significato piacevole o positivo, come ad esempio dream oppure sunny. A un orecchio inglese, questi nomi suonano piuttosto divertenti. 
03:22
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Joanne: Anyway, this guy, Brian, told me a funny story about his first day at work in Hong Kong. He went to his new office and looked for his desk. It was a big office, and there were lots of people working there. The first person he saw was a woman, and he asked her where his desk was.
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The woman smiled and asked him his name. 
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Brian is an adventurous guy, so he decided to call himself "Mou-Him" because "Mou-Him" means "Adventure" in Cantonese. 
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So when the woman asked him, “What’s your name?”, he said, “My name is Mou-Him.” The woman looked annoyed, because he clearly wasn't Chinese. “But what’s your real name?” she asked. “That is my name!” he said. “What’s your name?”
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She said, “My name is Rainbow”.
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Rainbow
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Brian was drinking coffee and he coughed into his drink. “Rain-bow?” he asked, and tried not to laugh. “Is that a common name in Hong Kong?”
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“It’s my English name!” she said. He nodded and thought to himself: “Someone named Rainbow can’t be a serious person.”
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Now both of them were offended. The woman showed Brian his desk and then left. 
05:04
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Emanuele: Beh diciamo che iniziare il primo giorno di lavoro con un malinteso culturale non è certo il massimo. Purtroppo, però, è andata proprio così: Brian si è preso gioco del nome inglese della sua nuova collega: Rainbow. E in effetti, “Arcobaleno” non è un nome di persona molto comune… Allo stesso modo, anche la sua collega ha trovato divertente il nome cantonese di Brian, cioè Mou-Him, che significa “Avventura”. What’s your real name? Qual è il tuo vero nome? Gli ha chiesto la donna. My name, your name, his name. Queste parole: my, your, his, sono aggettivi possessivi, in inglese possessive adjectives, e ci servono per indicare a chi appartiene qualcosa. Prova a individuare i possessivi nella prossima parte del racconto.
05:51
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Joanne: Brian was told he would have lunch with his new boss, Chi-Nga. He was feeling a little nervous. He wanted his new boss to like him! When Rainbow came over to his desk at lunch time he was surprised. Why was she here again? Then he realized something. Rainbow’s real name must be Chi-Nga. She was his new boss!

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Alt:

06:20
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“What is your favorite place to eat, Brian?” Chi-Nga asked him.He was surprised that she knew his English name. But of course she knew his name the whole time! She’s his boss. “My favorite place is called the Happy Cake Shop, Chi-Nga.” He replied, a little embarrassed.
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“My name is Chi-Nga, Brian!”
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“Oh. I’m sorry,” he said. Now, he was very embarrassed. He thought to himself, “Maybe Rainbow is a silly name, but it is easier to pronounce.”
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“It’s ok,” she said, “I know the Happy Cake Shop. It’s on the Queen’s Road East, right? Their buns are good. Let’s go!” 
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Emanuele: Certo che Brian si era infilato in una situazione davvero imbarazzante… A quanto sembra, Rainbow era la sua nuova direttrice! E oltre ad aver preso in giro il suo nome inglese, Brian ha anche pronunciato male il suo nome cantonese. Sono curioso di sapere che succederà a pranzo... Riuscirà Brian a uscire da questo pasticcio? 
07:39
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Joanne: They arrived at the bakery and an old lady came to serve them. She didn’t speak much English, but she recognised Brian and said, “Hello Mou-Him!” Chi-Nga looked surprised. She thought, “Did she just call him Mou-Him? Hmm… It is easier to say than Brian.” Then the lady looked at Chi-Nga and said “Hi Chi-Nga!” Brian and Chi-Nga looked at each other and laughed — they were both regular customers!
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HK Wan Chai 106 Queen's Road East Happy Cake Shop sign Nov-2012
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So, the names that people choose for themselves in Hong Kong, Cantonese and English, can be pretty weird. They confuse people sometimes, but in the end, they are a sign of two mixing cultures, and that’s pretty cool.
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Emanuele: Per fortuna il malinteso culturale si è risolto con un panino e una sana risata. E ora anche tu sai che, ad Hong Kong, una frase semplice come My name is... non è poi sempre così ovvia.
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Il nostro viaggio alla scoperta dell’inglese si conclude qui, per oggi. Spero che la storia ti sia piaciuta e che tu abbia imparato qualche parola nuova, e chissà, magari hai già iniziato a pensare al tuo secondo nome inglese. Se vuoi saperne di più sui possessivi, dai un’occhiata ai corsi base che trovi nell’applicazione di Babbel.
09:05
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Ci farebbe piacere anche conoscere la tua opinione sul nostro podcast. Scrivici una mail a podcasting@babbel.com oppure lasciaci un commento nell’apposita sezione. Grazie per averci ascoltato e… ti aspettiamo alla prossima fermata!
End
In questo episodio voliamo a Hong Kong per incontrare Joanne che ci racconterà come mai qui si usano due nomi. Può sembrare un fatto piuttosto normale, ma la confusione è sempre dietro l'angolo.