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Emanuele: Ciao! Ti do il benvenuto al podcast Prossima fermata: inglese. Oggi andremo in Inghilterra, a Bath, una città conosciuta soprattutto per le sue sorgenti termali e per gli antichi bagni romani, da cui prende anche il nome.
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Mi chiamo Emanuele e la mia più grande passione è imparare le lingue straniere. Devi sapere che di solito preferisco imparare una lingua direttamente sul posto, cioè in uno dei Paesi in cui viene parlata. Ed ecco perché con questo podcast ti porterò con me in un viaggio virtuale.
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In ogni episodio ascolteremo insieme una storia proveniente dal mondo anglofono, naturalmente in inglese. E di tanto in tanto interverrò per darti delle informazioni sul contesto. Ci sarà sempre anche un focus linguistico, sul quale di volta in volta ci soffermeremo, ad esempio un tema grammaticale. Ma attenzione, questo non è un podcast sulla grammatica. La cosa più importante è che tu ti diverta in compagnia delle nostre storie. E non ti preoccupare se non riesci a capire tutto la prima volta, è assolutamente normale. Ascolta l’episodio anche due o tre volte e vedrai che andrà sempre meglio.
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Inoltre, per ogni episodio è disponibile anche la trascrizione. Sul sito www.babbel.com/podcasts trovi il testo completo e tanti contenuti aggiuntivi alla storia.
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Bene, eccoci pronti a partire per il primo viaggio!
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Oggi Sophie ci parlerà della sua esperienza in una boarding school, cioè un collegio. In Italia il collegio rappresenta quasi una minaccia per spaventare i bambini vivaci. In Inghilterra, invece, questi istituti hanno una lunga tradizione e sono ancora oggi una scelta apprezzata da molti genitori. Sono considerati valide scuole e godono di un’ottima reputazione. 
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Sophie: From age 12 to 18, I went to boarding school near Bath, England. People often ask me, “So was it just like going to Hogwarts with Harry Potter?” 
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In some ways, yes. We had different “houses”, and a competition for the “house cup” every year. We lived in dormitories with other students from the same “house”.
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I guess our Latin teacher was a bit like Professor Snape.
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Latin Teacher: Now, come on, ladies, come on. Don't take all day.
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Sophie: He was the meanest
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Latin Teacher: It’s not a pleasure cruise, you know? 
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Sophie: But mostly, it wasn’t like Hogwarts at all. We didn’t learn magic, there were no adventures to save the world, we had to go to church A LOT. And the most important thing, we did NOT live in a castle.
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Emanuele: Ok, non era un castello e non c’erano lezioni di magia, ma qualcosa in comune con la mitica saga di Harry Potter in effetti c’era… Come il maghetto inglese e i suoi compagni di avventure, studenti e studentesse condividevano case con cucine, bagni, stanze da lavoro e dormitories, dormitori. La house cup, una sorta di coppa, veniva sempre assegnata alla casa che durante l’anno realizzava il maggior numero di punti in diverse competizioni. E il professore di latino era il più perfido di tutti, he was the meanest. Meanest è il superlativo, cioè la forma che esprime il grado massimo dell’aggettivo, in questo caso mean, perfido. In inglese per formare il superlativo si aggiunge la terminazione -est all’aggettivo. Per il comparativo, cioè per paragonare due termini, si aggiunge all’aggettivo la terminazione -er. Quindi mean, meaner, meanest. Perfido, più perfido, il più perfido. Ci sono anche delle forme irregolari, come ad esempio quella dell’aggettivo bad, brutto o cattivo. I gradi di questo aggettivo sono bad, worse, worst. Alcuni aggettivi invece non cambiano la loro forma. In questi casi dobbiamo aggiungere le parole more e most. Ad esempio important, more important, most important – importante, più importante, il più importante. Ti sembrano troppe informazioni in una volta, vero? Non ti preoccupare! Cerca solo di fare attenzione a come Sophie usa i diversi gradi dell’aggettivo, e ricorda che puoi ascoltare l’episodio tutte le volte che vuoi!
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Teacher: Keep together! I think you’re over here, Madame.
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Sophie: My school had many rules, and there were many punishments for breaking the rules.
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For example, we had homework time every evening from 7 o’clock to 9 o’clock. 
05:02
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If you were late, you got something called a “changing chit” for the next week. 
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With a “changing chit”, you ran back to your house during your break and put your sports clothes on. Then you ran back to the school to check in. 
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Finally you ran to your house again and put your uniform back on.  
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With a “changing chit”, your break time just disappeared.
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A stronger punishment was called “2 & 10”, which students got for doing something more serious, like smoking cigarettes, or leaving the school at night. 
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The “2” means two hours of chores, like washing all the school buses, or cleaning the toilets in the dormitories.
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And the “10” meant you had to pay a 10 pound fine. 
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If you did something worse, you could get a “4 & 20”, so, 4 hours work and a 20 pound fine. 
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Breaking the rules was dangerous.
06:15
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Emanuele: Caspita! Rules, punishments… Regole, punizioni… Sembra davvero un ambiente molto severo. Certo, un collegio deve in qualche modo prendere il posto dei genitori nella funzione educativa, ma non esageriamo… E in particolare quella punizione che Sophie chiama changing chit, la trovo davvero crudele. Immagina di passare la ricreazione correndo prima attraverso il cortile della scuola fino al tuo dormitorio, indossare dei vestiti sportivi, correre di nuovo fino a scuola, e poi tornare al dormitorio per rimetterti l’uniforme. Sembra più una punizione militare che scolastica. E a quanto pare, era persino una di quelle più moderate. Con un four and twenty (4 & 20) ti toccavano quattro ore di lavoro, un chore, un compito come per esempio lavare tutti i bagni del dormitorio, più una multa di venti sterline. Mah… mi chiedo se tutti questi provvedimenti funzionassero davvero come deterrente… 
07:15
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Sophie: You probably think we never did anything bad because of all the punishments. But that’s not 100% true. 
07:26
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In my last year, my three closest friends, Cordelia, Francesca, Henrietta, and I decided to sneak out. We wanted to go to the pub. 
07:40
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Now, we were only 17 and could not legally drink alcohol, but we knew the best place: a pub called “The Wheatsheaf”. 
07:52
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It was very popular with students, and we knew that they would serve us drinks. 
08:00
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After everyone went to sleep, we climbed out of a window in the laundry room, quieter than mice. 
08:10
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We walked to the nearby road. We waited for a car and then hitchhiked into town.
08:16
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08:22
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Emanuele: Ecco, su questo non avevo dubbi. Regole e sanzioni severe non hanno mai impedito agli adolescenti di commettere le loro bravate. E infatti, una sera Sophie e le sue amiche più strette hanno deciso di sneak out, di sgattaiolare fuori di nascosto. Ma per farlo hanno dovuto essere estremamente prudenti e quieter than mice, più silenziose dei topi. Ma come sono arrivate in città? They hitchhiked, hanno fatto l’autostop. E la loro meta? Ovviamente un pub. 
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Sophie: We arrived at the pub and met another classmate, Rob. He was a “day student”, a student who went to the boarding school, but lived with his parents in town. 
09:09
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We had a couple of beers, played darts, and spoke with some of the other customers. We enjoyed the feeling of being free… and bad. 
09:23
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When it was time to go, we asked Rob to drive us back with his car.
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Rob brought us back, but the hardest part was to sneak back in. We knew the Latin teacher was on patrol that evening. 
09:42
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He gave the worst punishments. Henrietta said: “What will he do to us for sneaking out? For going to a pub? For drinking alcohol? He will kick us out!”
09:56
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Emanuele: Oddio. Se fosse la scena di un film, a questo punto sprofonderei nel divano e nasconderei la testa sotto il cuscino. Il temibile professore di latino, quello che infliggeva le punizioni peggiori, was on patrol, era di guardia quella sera, e le quattro amiche dovevano rientrare nel loro dormitorio senza farsi scoprire. La situazione non prometteva nulla di buono…
10:21
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Sophie: We had to be so quiet. The quietest. 
10:25
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10:29
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This is not so easy after a couple of drinks. We walked suuuuuuper softly back to the laundry room window. We jumped at the smallest sounds on the way. 
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When we got there, Henrietta tried to open the window, but it didn’t move. Was it locked? 
10:50
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We all tried together, and pushed harder. Thankfully, it was just stuck, and it finally opened, but louder than we hoped. 
11:02
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We stopped, and listened for a minute, but didn’t hear anything. We all climbed inside and went back to our rooms. 
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Our adventure was successful. We felt like the coolest kids in school. And we didn’t even need magic like Harry Potter.
11:22
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Emanuele: Uff, possiamo tirare un sospiro di sollievo. Quando la finestra non voleva aprirsi ho pensato: ecco, ci siamo… adesso arriva il professore di latino. Ma per fortuna era solo bloccata, it was just stuck, e l’avventura di Sophie e delle sue amiche si è conclusa senza punizioni. Hai notato anche come i comparativi e i superlativi contribuiscono a creare tensione nel racconto? Se vuoi conoscere meglio queste forme, dai un’occhiata ai corsi base che trovi nell’applicazione di Babbel. 
11:51
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Il nostro viaggio alla scoperta dell’inglese si conclude qui per oggi. Spero che la storia ti sia piaciuta e che tu abbia imparato qualche parola nuova, oltre ad aver scoperto che la vita in un collegio inglese non assomiglia granché a quella di Harry Potter.
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Ci farebbe molto piacere conoscere la tua opinione sul nostro podcast. Scrivici una mail a podcasting@babbel.com oppure lasciaci un commento. Grazie per averci ascoltato e ti aspettiamo alla prossima fermata! 
End
Il nostro viaggio comincia in grande stile, nella cara vecchia Inghilterra. Incontreremo Sophie, che ci racconterà come la sua vita in un college britannico fosse ben lontana dalle magiche atmosfere di Hogwarts. Tra regole ferree e punizioni esemplari, a volte un bell'incantesimo sarebbe davvero servito… chissà come se la sarà cavata!