Roberto: Dopo un divieto di due anni a causa delle restrizioni dovute alla pandemia, i ciclisti di Città del Messico sono tornati in sella, “schwangen sich […] wieder […] in den Sattel”, per protestare contro un’infrastruttura dei trasporti “auto-centrica” e per maggiori diritti per chi va in bicicletta, “um gegen eine „Auto-zentristische“ Verkehrsinfrastruktur und für mehr Rechte für Fahrradfahrende zu protestieren”. Alla “World Naked Bike Ride”, le persone che protestavano erano parzialmente o completamente nude, ma non a causa del caldo. Il gesto è stato fatto per dimostrare la vulnerabilità del corpo umano nel traffico stradale, “um die Verletzbarkeit des menschlichen Körpers im Straßenverkehr zu veranschaulichen”. Un manifestante afferma che l’equipaggiamento di sicurezza, “die Sicherheitsausrüstung”, dei ciclisti non è sufficiente a proteggerli dalle auto, mentre un altro sostiene che sia i ciclisti che le persone alla guida abbiano bisogno di una maggiore educazione stradale, “mehr Verkehrserziehung” e di maggior rispetto. Andiamo a Città del Messico e ascoltiamo le testimonianze.