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Fucsia: ¡Hola! Ti do il benvenuto a Un giorno en español, un podcast di Babbel dedicato a chi sta imparando lo spagnolo. Qui, faremo un tuffo nella vita di persone di madrelingua spagnola che vivono in America Latina o negli Stati Uniti.
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Io sono Fucsia e sono qui per farti da guida. Ti aiuterò a capire le storie e farò il possibile affinché, al termine di ogni episodio, tu abbia imparato qualcosa di nuovo.
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Prima di iniziare, vorrei ricordarti che puoi riascoltare l’episodio più volte, anche leggendo il testo scritto. Sarà un ottimo esercizio per la tua abilità di ascolto. Nella descrizione dell’episodio trovi il link alla trascrizione completa e tanti contenuti aggiuntivi come mappe, foto e altro ancora!
00:52
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Oggi, Carmela ci racconterà del suo primo giorno di lavoro come insegnante di spagnolo in un college della Pennsylvania. Era la sua primissima esperienza di lavoro negli Stati Uniti e, anche se alla fine si è rivelata positiva, all’inizio c’è stato qualche piccolo malinteso culturale. La sua prima lezione non è andata esattamente come previsto ma, come sentiremo, i malintesi possono rivelarsi un ottimo modo per rompere il ghiaccio. Ascoltiamo la storia del suo “primer día de trabajo”, il suo primo giorno di lavoro!
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Carmela: ¡Hola! Soy Carmela y soy profesora de español. Soy de España, pero ahora vivo en Pensilvania. Hoy es mi primer día de trabajo como TA y también mi primer día de trabajo en Estados Unidos. ¡Y estoy muy nerviosa!
01:52
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Es temprano en la mañana y voy al campus.
01:56
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Fucsia: Carmela sta andando al campus “temprano en la mañana”, di mattina presto. È il suo primo giorno di lavoro ed è molto nervosa. Direi più che comprensibile, no? Scommetto che anche tu stai ripensando al tuo primo giorno di lavoro o di scuola. A me, solo l’idea mette i brividi!
Ma siamo sicuri che non ci sia qualcos’altro che la rende così nervosa?
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Carmela: También estoy nerviosa porque todavía no conozco a mis estudiantes y porque solo puedo hablar con ellos en español. Es una clase de inmersión. ¡Qué nervios!
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Photographer: André Chivinski

Alt:

02:35
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Fucsia: Già! Carmela è nervosa perché, “porque”, non conosce ancora gli studenti, “todavía no conozco a los estudiantes”. E anche perché insegnerà in un corso di immersione linguistica, “una clase de inmersión”. Questo significa che dovrà parlare solo in spagnolo, anche se gli studenti non capiranno un parola! 
 
Eccoci finalmente al campus. Carmela sta andando a una riunione, “una reunión”, con l’insegnante di spagnolo di cui sarà assistente.
03:06
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Carmela: En el campus voy a una reunión con la profesora de español en la sala de profesores.
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Carmela: –¡Hola, Nicole! Soy Carmela.
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Nicole: –¡Hola! Encantada. ¿Cómo estás? ¿Estás preparada?
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Carmela: –¡Sí, claro! Pero estoy un poco nerviosa.
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Nicole: –Es normal, ¡hoy es tu primer día!, pero no te preocupes, don’t worry, you’ll do great!
03:30
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Carmela: –¡Gracias! Eso espero, I hope so.
03:34
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Fucsia: Sentirsi dire: “no te preocupes”, non preoccuparti, non è bastato a calmare i nervi di Carmela. Forse perché “no te preocupes” è un’espressione talmente usata nel linguaggio colloquiale spagnolo che a volte perde un po’ il suo significato. O forse perché Carmela era davvero molto “nerviosa”.
 
La lezione inizierà tra 5 minuti! Nicole e Carmela stanno andando insieme in classe, perché sarà Nicole a presentare Carmela agli studenti.
04:05
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Carmela: ¡La clase empieza en 5 minutos! Nicole y yo vamos juntas al salón de clase. Ella me va a presentar a los estudiantes.
04:18
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Nicole: –¡Buenos días, clase! ¿Cómo están? Ella es Carmela, la nueva profesora de español.
Recuerden, aquí en la clase solo hablamos español, ¿OK? No hablamos inglés. Bien, Carmela, tu turno. ¡Hasta luego!… ¡Y buena suerte! Good luck!
04:39
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Carmela: –¡Buenos días! ¡Y bienvenidos a la clase de conversación de español! Soy Carmela, tengo veinticinco años y soy de Santiago de Compostela, pero mi universidad está en Zaragoza.
04:57
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¿Y vosotros… cómo estáis?
05:02
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Fucsia: Carmela dice agli studenti che ha 25 anni, “veinticinco años”, è di Santiago de Compostela, e che la sua università è a Saragozza. Come avrai notato, gli studenti non hanno reagito molto attivamente e quindi Carmela decide di chiedere loro se sta parlando molto veloce, “muy rápido”. In quel caso, naturalmente potrebbe parlare più lentamente, “más despacio”.
05:27
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Carmela: –¿Hablo muy rápido?
05:32
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Vale, ok, puedo hablar más despacio… Qué estresante… Ehmm… Santiago de Compostela está en Galicia, en el norte de España.
05:52
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Fucsia: Pare che le cose non stiano andando molto bene. Infatti, Carmela trova la situazione alquanto “estresante”.
06:02
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Studente 1:Can you say that in English?
06:04
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Studente 2: –Sí, in inglés, por favor.
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Carmela: –No, no hablo inglés, lo siento. ¿Vosotros podéis decir eso en español?
06:16
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Studente 1:Does she have a lisp?
06:19
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Studente 2: And what is “vosotros”?
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Carmela: –¡Oh, guau! Ya sé cuál es el problema… ¡¿Un lisp?, ¡Yo no tengo un lisp! ¡Es mi acento!
06:29
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Fucsia: Ora è tutto più chiaro. E anche Carmela ha capito. I suoi studenti non sono abituati all’accento spagnolo europeo. Sono confusi dal suono “th” in Zaragoza e dal fatto che Carmela abbia usato “vosotros”: “¿vosotros podéis decir eso en español?”, “Voi potete dire questo in spagnolo?”. 
 
Mi spiego meglio. Nello spagnolo europeo (cioè della Spagna), “vosotros” corrisponde alla seconda persona plurale “voi”. Gli studenti di Carmela, però, hanno sempre studiato la variante dello spagnolo parlata in America Latina, che per dire “voi” usa “ustedes”. Per i latinoamericani, “vosotros” è una parola da vecchio libro di testo, mentre in Spagna “ustedes” è considerato molto formale. Nonostante differenze come questa, comunque, i parlanti nativi di spagnolo si capiscono tra loro, indipendentemente dalla loro provenienza.
06:29
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Alt:

07:23
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Carmela: –¿Mi acento es muy diferente?
07:26
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Studente 1: Yes!
07:28
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Carmela: –Y… ¿Es extraño “Zaragoza” y “Galicia”, porque digo the, the, the?¿Verdad? En España pronunciamos ese sonido en ciertas palabras, como “gracias”, “Zaragoza”, “Galicia”. ¡Es un sonido muy bonito!
07:53
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Fucsia: Già, era stata proprio la differenza tra il suono “th” e il suono “s” a confondere gli studenti. Questa differenza, infatti, non esiste nello spagnolo dell’America Latina e l’accento di Carmela era molto diverso da quello che loro conoscevano. 
Carmela chiede se è “extraño”, strano, quindi spiega che questo suono si usa in alcune parole e aggiunge che è un “sonido muy bonito”, un suono molto bello. 
Io sono d’accordo con te, Carmela, ma gli studenti non sembrano del tutto convinti.
08:26
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Studente 1: –¿Qué acento es correcto?
08:28
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Carmela: –¡Los dos! Yo entiendo “grasias”, y en América Latina entienden “grathias”. ¡Podemos comunicarnos sin problema! También aquí en clase, estoy segura, I’m sure! You don’t have to say Tharagotha, but I’m not gonna lie, the Zaragozanos would really appreciate your effort!
08:53
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Fucsia: Quindi era solo questo il problema! La classe finalmente reagisce e chiede a Carmela quale dei due accenti sia corretto. In realtà, lo sono entrambi! Dipende solo dalla variante dello spagnolo. E come dice Carmela, si può comunicare senza problemi: “podemos comunicarnos sin problema”! Nonostante ciò, come spiega con una battuta in inglese, i Zaragozanos apprezzerebbero molto lo sforzo! Poi Carmela continua…
09:20
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Carmela: –Ok, let's continue in español. Y tú, ¿cómo te llamas?
09:27
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Studente 2: –Es un nombre español, Cecilia… or “Thethilia”.
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Carmela: –“Thethilia”… ¡es un nombre muy bonito!
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Fucsia: Alla fine del corso, Carmela pranza con Nicole per raccontarle com’è andata e per parlare delle lezioni successive. Non è più nervosa e ha un’altra lezione alle due, ma sa che d’ora in poi le basterà spiegare che ha un accento diverso affinché tutto vada bene: “todo está bien”. Sì Carmela, tutto andrà bene, “¡estoy segura!”
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Carmela: Después de clase Nicole y yo almorzamos juntas en la cantina. Tengo otra clase a las dos, pero no estoy nerviosa. Solo tengo que explicar mi acento a los estudiantes y así todo está bien.
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Fucsia: In conclusione, il primo giorno di Carmela come insegnante in Pennsylvania è stato “un poco difícil”, un po’ difficile. Ma alla fine ce l’ha fatta ed è anche riuscita a far ridere i suoi studenti! Sono certa che da quel momento non hanno più avuto problemi a capire i diversi accenti dello spagnolo.
10:36
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Com’è andata? Hai letto la trascrizione durante l’ascolto? Se non l’hai ancora fatto e pensi che ti sia sfuggito qualcosa, prova a riascoltare la storia, questa volta con il testo. Lo trovi nella descrizione dell’episodio. Qui, vedrai anche delle immagini che ti aiuteranno a capire meglio il racconto e scoprirai altre risorse utili. ¡Gracias y hasta pronto!
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